LETTERA
di Paolo Levanti ad Andrea Lorentini
"Ciao,
mi chiamo Paolo Levanti e abito a
Pavullo nel Frignano in provincia di
Modena, non mi conosci e forse ti
stupirai di ricevere questa mail in
merito ad una tragedia avvenuta nel 1985
della quale ti spiegherò il motivo. Ero
presente all’Heysel come Presidente del
club con una comitiva di 28 tifosi e
dopo il massacro avvenuto allo stadio,
non riuscendo a trovare uno dei
componenti, non sono rientrato allo
stadio cominciando a cercare l’amico
scomparso. Con il cortese aiuto di due
ragazze di Bruxelles, con la loro auto,
ho girato tutti gli ospedali nei quali
avevano portato i feriti per terminare
questa via Crucis nella caserma militare
dove avevano portato le persone
decedute. È stato in quel triste posto
che ho conosciuto tuo nonno con il quale
abbiamo scambiato, in una atmosfera che
ti lascio immaginare, frasi che misero
in evidenza la sofferenza di tuo nonno.
Una frase mi ha colpito in modo profondo
che mi ha accompagnato quotidianamente
per un anno e ancora oggi mi risuona
nella mente… Mi disse: "Vedi, ho voluto
fare un regalo a mio figlio per la sua
prossima attività di medico e l’ho
portato a morire" e questa frase mi
colpì in modo particolare, oltre al tono
di voce sussurrato quasi non volesse
disturbare suo figlio, perché la sera
prima di partire convinsi con fatica mia
figlia di 10 anni a non venire,
rinunciando al biglietto, in quanto non
ero tranquillo di quel settore. Da quel
ritorno ho volutamente cercato di
dimenticare quella triste serata per
questo non ho mai voluto partecipare a
nessun evento che me la facesse tornare
in mente, ma oggi mi farebbe enormemente
felice sapere come sta tuo nonno, una
roccia per quel poco che l’ho
conosciuto, e gli porgessi i miei
doverosi omaggi e saluti. Ti ringrazio
per la cortesia".
Fonte:
Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 6
ottobre 2022
Fotografie: Curvafiladelfia.wordpress.com
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