Privacy Policy Cookie Policy
GONFALONE D'ARGENTO 2015
www.associazionefamiliarivittimeheysel.it
Gonfalone d'Argento Firenze 9.11.2015
   Eventi   Comunicati   Cerimonie   Monumenti   Luoghi in Memoria   Epistolario 
    
PREMIO DI PUBBLICA ONORIFICENZA CONSIGLIO REGIONALE TOSCANA
Salone del Gonfalone Palazzo PanciatichI FIRENZE 9.11.2015
Cerimonia di Conferimento del Gonfalone d'Argento della Regione Toscana
all' Associazione fra i Familiari delle Vittime dello Stadio Heysel di Bruxelles







Gonfalone d'Argento 2015







Vittime Heysel: dalla Toscana, il Gonfalone d’argento per non dimenticare

Consiglio regionale, assegnata la massima onorificenza alla rinata associazione dei familiari delle vittime. Presenti il difensore della Juventus e della Nazionale Giorgio Chiellini e il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio.

Il Gonfalone d’argento del Consiglio regionale della Toscana è stato consegnato questo pomeriggio a palazzo Panciatichi all’associazione dei familiari delle vittime dell’Heysel. A conferire il massimo riconoscimento dell’Assemblea toscana ad Andrea Lorentini è stata la vicepresidente Lucia De Robertis, con il presidente Eugenio Giani e il consigliere Antonio Mazzeo, che fa parte dell’Ufficio di presidenza. Accanto a loro, il difensore della Juventus e della Nazionale, Giorgio Chiellini, con il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio. Andrea Lorentini è il presidente della rinata associazione, figlio di Roberto Lorentini, il medico aretino che all’Heysel perse la vita nel tentativo di salvare un bambino. "Ricordare e dare un senso a questa tragedia, far riflettere i più giovani, che magari sanno poco", questo l’impegno dell’associazione, ha spiegato Lorentini. "Vogliamo raccontare quella tragedia e le verità scomode che l’accompagnano. Sull’Heysel c’è stata poca memoria e spesso fuorviante. Il nostro impegno sarà anche per difendere questa memoria, spesso oltraggiata in maniera vergognosa negli stadi. Per questo, chiediamo al presidente Tavecchio, col quale già un mese fa abbiamo avviato un percorso, che la procura federale sia vigile: servono sanzioni esemplari". E ha quindi ricordato l’amichevole con il Belgio che gli azzurri giocheranno venerdì a Bruxelles, "in quello stadio Re Baldovino che un tempo era l’Heysel".

Lucia De Robertis, che ha lavorato in prima persona alla realizzazione di questa iniziativa, ha letto i messaggi di Paolo Rossi e Andrea Agnelli, ha portato il saluto di Sergio Brio, anch’egli in campo all’Heysel. "Io quel medico lo conoscevo - ha raccontato Lucia De Robertis riferendosi a Roberto Lorentini -, quella partita la guardai e vidi il sacrificio di quelle vittime di un calcio malato. Sosteniamo il tentativo dell’associazione di tenere alta la memoria di quella tragedia. Il mio sogno - ha concluso la vicepresidente del Consiglio regionale - è di non sentire mai più riecheggiare certi cori negli stadi". Il riconoscimento vuole proprio essere un richiamo a non dimenticare quell’assurda tragedia di trent’anni fa e uno sprone all’opera della rinata associazione nella diffusione di una cultura della non violenza nello sport e intorno allo sport. Il presidente Giani ha ringraziato Tavecchio, "un amico", e Chiellini, "che ricordo ancora con simpatia nella sua esperienza giovanile in maglia viola". Giani ha ricordato a sua volta Roberto Lorentini, "un eroe, ai miei occhi, come i tanti che nelle torri gemelle sacrificarono la propria vita per cercare di salvarne altre", ha detto rivolto al figlio Andrea. E ha ricordato il "ruolo fondamentale dell’associazione nel processo che si svolse su questa tragedia, in cui "chi doveva garantire la sicurezza non la garantì". "Voglio qui rappresentare e rendere pubblico - ha concluso Giani - il nostro essere vicini all’associazione e alle famiglie delle vittime".

"Mi rendo conto della responsabilità che abbiamo ai nostri giorni noi calciatori", ha detto Giorgio Chiellini, guardando Andrea Lorentini. "Purtroppo certe volte sbagliamo, ma credo che in questi anni ci siamo resi conto un po’ tutti dei messaggi che mandiamo. Tante volte una cresta fa molto di più di qualsiasi discorso dei genitori". "Sono diventato da poco papà - ha proseguito - e cominci a pensare anche a certe cose. Spero che si continui a migliorare, sono contento di cosa si è fatto nel calcio negli ultimi anni sia a livello di sicurezza che di educazione". Quindi ha fatto "i complimenti ad Andrea, un ragazzo come me, abbiamo la stessa età e siamo toscani. Le parole che esprime per parlare di ciò che ha vissuto ti rimangono dentro, si sente tanta passione e sono sicuro che il suo contributo servirà a dare una mano al calcio per crescere e affinché non si verifichino più in futuro certi tipi di tragedie". "Il calcio è gioia, gioco di squadra, comunicazioni di valori importanti, agonistici e culturali - ha dichiarato il presidente della Federcalcio Tavecchio. Mi auguro che non si ripeta più una tragedia come quella dell’Heysel. Sono sicuro che insieme possiamo creare una coscienza di responsabilità. Puntiamo a stadi senza barriere, sapendo che la barriera più grande è quella mentale. Bisogna avere senso civico ed onestà - ha aggiunto Tavecchio. Per questo la Figc è a disposizione per qualsiasi iniziativa che porti a far emergere i valori della correttezza sportiva come li rappresenta Chiellini, che è qui oggi con noi stasera. Questo riconoscimento - ha concluso - valga come ricordo di un qualcosa di drammatico. Il calcio non merita di essere legato ad episodi come queste grandi tragedie umane". (S. Bar) Fonte: Met.provincia.fi.it © 9 novembre 2015 Fotografie: Regione Toscana © La Nazione © Toscanamedianews.it Tweet: Associazionefamiliarivittimeheysel.it Video: Toscanamedia ©

Gonfalone d'argento alle vittime dell'Heysel

A consegnare il riconoscimento ai familiari è stato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, insieme a Giorgio Chiellini e Carlo Tavecchio.

FIRENZE - Il riconoscimento è stato consegnato ad Andrea Lorentini, presidente della rinata associazione dei famigliari delle vittime della strage dell'Heysel in quanto figlio di Roberto Lorentini, il medico aretino che all’Heysel perse la vita nel tentativo di salvare un bambino. "Il Gonfalone d’argento all’Associazione familiari vittime dell’Heysel - ha detto la vicepresidente del Consiglio, Lucia De Robertis, anche lei aretina e promotrice dell’iniziativa -– vuole essere un richiamo a non dimenticare quell’assurda tragedia di trent’anni fa, e uno sprone all’opera della rinata associazione nella diffusione di una cultura della non violenza nello sport e intorno allo sport". Alla cerimonia ha partecipato anche una delegazione della Nazionale di calcio, guidata dal presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio, accompagnato dal difensore della Juventus e degli Azzurri, Giorgio Chiellini. "La presenza di una delegazione della nazionale italiana di calcio - ha sottolineato la vicepresidente De Robertis - presente a Coverciano in preparazione all’amichevole che giocherà con il Belgio a Bruxelles, proprio in memoria delle vittime dell’Heysel, è testimonianza di straordinaria attenzione e della disponibilità della Federcalcio, cui va davvero il nostro ringraziamento per aver aderito all’invito". "Ringrazio il presidente del consiglio regionale Giani e la vicepresidente De Robertis per questa onorificenza così prestigiosa e di alto valore simbolico - ha detto invece Andrea Lorentini. Per l'Associazione è un motivo di orgoglio e al tempo stesso di stimolo per portare avanti con rinnovata energia il nostro impegno civile per tenere viva la memoria di quella tragedia e contribuire a diffondere i veri valori dello sport con particolare riferimento alle nuove generazioni". Fonte: Toscanamedianews.it © 9 novembre 2015 Fotografia: La Gazzetta dello Sport 10.11.2015 ©

Juventus, Agnelli: "Heysel ? Impegno quotidiano per evitare altre tragedie"

Il presidente del club bianconero: "Quando accadono queste tragedie non c'è nulla che possa lenire il nostro dolore".

FIRENZE - "Bisogna adoperarsi quotidianamente per evitare che episodi del genere accadano ancora". Così il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, in un messaggio inviato al Consiglio regionale della Toscana, in occasione della cerimonia di conferimento del Gonfalone d'argento, massima onorificenza dell'Assemblea toscana, all'associazione dei familiari delle vittime dell'Heysel, in programma oggi pomeriggio. "Quando accadono tragedie come l'Heysel, che ancora oggi ci lascia increduli e impotenti, non c'è nulla che possa lenire il nostro dolore - scrive il presidente della Juventus. Tuttavia, possiamo fare in modo che avvenimenti del genere non accadano in futuro. Sfortunatamente, la storia, come in questo caso, è anche memoria di vittime umane". IMPEGNO - Per Agnelli "è quindi nostro impegno, in quanto uomini, tributare il doveroso omaggio a tutte le vittime di quella giornata e dimostrare la nostra vicinanza ai loro cari". L'associazione dei familiari delle vittime dell'Heysel "non solo persegue con le sue attività questo lodevole intento, ma si prefigge come principale obiettivo la promozione della non violenza nello sport, che da sempre dovrebbe rimandare a valori positivi e autentici", scrive ancora Andrea Agnelli, che si congratula con l'Assemblea toscana "per la lodevole iniziativa e con Andrea Lorentini per l'onorificenza ottenuta in questa giornata".

ROSSI - "Sono passati trent'anni, ma le ferite non si sono ancora rimarginate. Sono ancora lì, aperte e piene di disperazione dei familiari delle vittime". Lo scrive Paolo Rossi, ex centravanti della Juventus e dell'Italia campione del mondo in Spagna '82, in una lettera in occasione della consegna del Gonfalone d'argento del Consiglio regionale della Toscana all'associazione dei familiari delle vittime dell'Heysel. Pablito, spiega una nota, ha inviato la lettera al vicepresidente del Consiglio regionale, Lucia De Robertis. "Io quella sera c'ero e posso raccontare le mie impressioni su quella inconcepibile, quanto ingiustificabile, serata - scrive. Quella sera né l'atmosfera, né il contesto della gara potevano far presagire una simile catastrofe. Doveva essere una giornata di festa e di gioia". E invece si trasformò "in un campo di morte ancor prima che il gioco avesse inizio. Un massacro, prima ancora che il fischietto dell'arbitro riuscisse a scandire l'avvio della contesa tra le due formazioni. Io ero lì, pronto a giocare, ma come molti altri non sapevo cosa fosse accaduto. Ignaro del dramma, continuai a rincorrere il pallone e a cercare il gol. Con me, i miei compagni di squadra". Per Rossi "nell'arco di quindici minuti esatti si era consumata un'atrocità senza eguali. Inutile la gara da noi disputata e del tutto fuori luogo il giro di campo e l'esultanza dei giocatori, me compreso, ancora inconsapevoli. Impossibile, poi, capire fino in fondo di chi fosse la colpa". Ancora oggi "a distanza di trent'anni, tanto dolore e troppe lacrime versate, ci si interroga sulla sciagura dell'Heysel, augurandosi che quantomeno possa essere servita da lezione per non ripetere gli stessi errori, per evitare altro sangue e lacrime preziose". "Io ero lì, ma non conoscevo la portata di quel dramma umano. Chiedo scusa, ma non sapevo. Nessuno di noi sapeva, né immaginava". Oggi, chiude Paolo Rossi, "il mio pensiero non può che andare alle vittime, e alle loro famiglie, che hanno combattuto e si sono adoperate, nel corso di questi lunghi e faticosi anni, affinché emergesse la verità. Sono con voi, con tutto il mio affetto e la mia vicinanza".

CHIELLINI - "Mi rendo conto della responsabilità che abbiamo ai nostri giorni noi calciatori. Purtroppo certe volte sbagliamo ma credo che in questi anni ci siamo resi conto un po’ tutti dei messaggi che mandiamo, di come siamo diventi opinion leader per tutti i bambini e le nuove generazioni. Tante volte una cresta fa molto di più di qualsiasi discorso dei genitori". Lo ha detto il difensore azzurro Giorgio Chiellini a margine della cerimonia di conferimento del Gonfalone d'argento, massima onorificenza del Consiglio regionale, alla rinata associazione dei familiari vittime dell'Heysel. "Sono diventato da poco papà, inevitabilmente ti cambia qualcosa dentro - ha aggiunto - e cominci a pensare anche a certe cose. Spero che si continui a migliorare e sono contento di cosa si è fatto nel calcio negli ultimi anni sia a livello di sicurezza che di educazione. Mi auguro che si viva questo sport sempre di più con grande passione ma anche con grande rispetto". Il giocatore ha sottolineato di voler "fare i complimenti ad Andrea Lorentini che è un ragazzo come me dato che abbiamo la stessa età e siamo toscani entrambi, per l'iniziativa della costituzione di una associazione delle vittime dei familiari dell'Heysel, e per i valori che sta portando avanti". Per Chiellini "le parole che esprime per parlare di ciò che ha vissuto ti rimangono dentro, si sente tanta passione e sono sicuro che il suo contributo servirà a dare una mano al calcio per crescere e affinché non si verifichino più in futuro certi tipi di tragedie".

TAVECCHIO - "Il calcio è gioia, gioco di squadra, comunicazioni di valori importanti, agonistici e culturali, è tutto ciò che suscita una palla che rotola, che fa emozionare i nostri giovani. Mi auguro che non si ripeta più una tragedia simile come quella dell'Heysel. Sono sicuro che insieme possiamo creare una coscienza di responsabilità. Puntiamo a stadi senza barriere, dobbiamo fermare l'ideologia mentale di certi pensieri". Lo ha detto Carlo Tavecchio, presidente della Figc, nel corso della cerimonia per il conferimento del Gonfalone d'argento del Consiglio regionale della Toscana, massima onorificenza dell'Assemblea, all'associazione dei familiari delle vittime dell'Heysel. "Bisogna avere senso civico ed onestà - ha aggiunto. Per questo la Figc è a disposizione per qualsiasi iniziativa che porti a far emergere i valori della correttezza sportiva così come li rappresenta Chiellini che è qui oggi con noi stasera". Per Tavecchio "questo riconoscimento ad una organizzazione importante come quella che ha costituito Lorentini valga come ricordo di un qualcosa di drammatico. Il calcio non merita di essere legato ad episodi come queste grandi tragedie umane. Trentanove morti sono una catastrofe. Bisognerebbe capire come è accaduto, soprattutto per colpe dovute ad imperizia". Fonte: Tuttosport.com © 9 novembre 2015 Fotografie: Toscanamedianews.it © Wondernetmag.com © Goal.com ©

Heysel 30 anni dopo il Gonfalone della Toscana ai familiari delle vittime

di Lorenzo Benocci

Trent’anni dopo, la Toscana non dimentica la tragedia dell’Heysel. Fra le vittime di quella assurda serata allo stadio di Bruxelles, dove persero la vita 39 persone, - per assistere alla finale di Coppa dei Campioni fra Juventus e Liverpool - c’erano anche cinque toscani: la studentessa Giuseppina Conti, 17 anni di Arezzo; Giancarlo Gonnelli di Ponsacco, 20 anni; Bruno Balli, 50enne di Prato e Giovacchino Landini (50 anni) da Capannori; il medico aretino, Roberto Lorentini, 31enne, eroe dell’Heysel, già insignito della medaglia al valore dal Presidente della Repubblica, per aver perso la vita nel tentativo di salvare un bambino nella maledetta curva "Z". Oggi nelle mani di Andrea Lorentini, figlio di Roberto e presidente dell’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel è stato consegnato il Gonfalone d’Argento, la massima onorificenza del Consiglio regionale della Toscana.

"Non dimenticare quell’assurda tragedia" - "Il Gonfalone d’Argento all’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel - ha detto la vicepresidente del Consiglio, Lucia De Robertis, che ha promosso l’iniziativa - vuole essere un richiamo a non dimenticare quell’assurda tragedia di trent’anni fa, e uno sprone all’opera della rinata associazione nella diffusione di una cultura della non violenza nello sport e intorno allo sport". Ha ringraziato il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani e la vicepresidente De Robertis "per questa onorificenza così prestigiosa e di alto valore simbolico" Andrea Lorentini: "Per l’Associazione è un motivo di orgoglio -ha sottolineato - e al tempo stesso di stimolo per portare avanti con rinnovata energia il nostro impegno civile per tenere viva la memoria di quella tragedia e contribuire a diffondere i veri valori dello sport con particolare riferimento alle nuove generazioni". Alla cerimonia di palazzo Panciatichi è intervenuta anche una delegazione della Nazionale, guidata dal presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio, con il difensore della Juventus e della nazionale, Giorgio Chiellini. Azzurri in questi giorni in ritiro a Coverciano per preparare l’amichevole che l’Italia giocherà proprio allo stadio di Bruxelles (oggi ribattezzato Re Baldovino) per ricordare quella tragedia del 1985. Agnelli "ancora oggi increduli" - Il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha inviato un messaggio al Consiglio regionale della Toscana: "Bisogna adoperarsi quotidianamente per evitare che episodi del genere accadano ancora", ha scritto il presidente bianconero. "Quando accadono tragedie come l’Heysel, che ancora oggi ci lascia increduli e impotenti, non c’è nulla che possa lenire il nostro dolore - ha proseguito Agnelli. Tuttavia, possiamo fare in modo che avvenimenti del genere non accadano in futuro. Sfortunatamente, la storia, come in questo caso, è anche memoria di vittime umane. È quindi nostro impegno, in quanto uomini, tributare il doveroso omaggio a tutte le vittime di quella giornata e dimostrare la nostra vicinanza ai loro cari". L’associazione dei familiari delle vittime dell’Heysel "non solo persegue con le sue attività questo lodevole intento, ma si prefigge come principale obiettivo la promozione della non violenza nello sport, che da sempre dovrebbe rimandare a valori positivi e autentici", ha scritto ancora  Agnelli, che si congratula con l’Assemblea toscana "per la lodevole iniziativa e con Andrea Lorentini per l’onorificenza ottenuta in questa giornata". Pablito ricorda e si scusa: "Non sapevamo" - Anche Paolo Rossi, il centravanti di quella Juventus e dell’Italia campione del mondo in Spagna ’82, ha scritto una lettera per l’occasione di oggi. "Sono passati trent’anni, ma le ferite non si sono ancora rimarginate. Sono ancora lì, aperte e piene di disperazione dei familiari delle vittime. Io quella sera c’ero e posso raccontare le mie impressioni su quella inconcepibile, quanto ingiustificabile, serata". E torna a riaprire con i ricordi quella pagina che ha cambiato la storia del calcio: "Quella sera, né l’atmosfera né il contesto della gara potevano far presagire una simile catastrofe. Doveva essere una giornata di festa e di gioia" e invece si trasformò "in un campo di morte ancor prima che il gioco avesse inizio. Un massacro, prima ancora che il fischietto dell’arbitro riuscisse a scandire l’avvio della contesa tra le due formazioni. Io ero lì, pronto a giocare, ma come molti altri non sapevo cosa fosse accaduto. Ignaro del dramma, continuai a rincorrere il pallone e a cercare il gol. Con me, i miei compagni di squadra". Tutto era già accaduto: "Nell’arco di quindici minuti esatti si era consumata un’atrocità senza eguali - scrive Rossi. Inutile la gara da noi disputata e del tutto fuori luogo il giro di campo e l’esultanza dei giocatori, me compreso, ancora inconsapevoli. Impossibile, poi, capire fino in fondo di chi fosse la colpa: del Comune di Bruxelles, delle Forze dell’ordine, di uno stadio vetusto e poco - o per niente - idoneo a ospitare una finale di Coppa dei Campioni, dell’organizzazione Uefa". Inutile e tardivo: "Troppo tardi per rimediare alla violenza subita da troppe famiglie". Ancora oggi "a distanza di trent’anni, tanto dolore e troppe lacrime versate, ci si interroga sulla sciagura dell’Heysel, augurandosi che quantomeno possa essere servita da lezione per non ripetere gli stessi errori, per evitare altro sangue e lacrime preziose". "Io ero lì, ma non conoscevo la portata di quel dramma umano. Chiedo scusa, ma non sapevo. Nessuno di noi sapeva, né immaginava". Oggi, chiude Rossi, "il mio pensiero non può che andare alle vittime, e alle loro famiglie, che hanno combattuto e si sono adoperate, nel corso di questi lunghi e faticosi anni, affinché emergesse la verità. Sono con voi, con tutto il mio affetto e la mia vicinanza". Fonte: Agenziaimpress.it © 9 novembre 2015 Fotografie: Toscanamedianews.it © Corriere Fiorentino ©

Vittime dell’Heysel: Gonfalone d’argento all’associazione dei familiari

Il Gonfalone d’Argento, massima onorificenza del Consiglio regionale della Toscana, alla rinata associazione dei familiari delle vittime dell’Heysel. Il riconoscimento sarà conferito ufficialmente lunedì 9 novembre alle 18, nella sala del Gonfalone di palazzo Panciatichi, a Firenze (via Cavour, 4), con una cerimonia alla quale parteciperanno il presidente dell’Assemblea toscana, Eugenio Giani, e la vicepresidente Lucia De Robertis.

Il Gonfalone d’argento sarà consegnato ad Andrea Lorentini, figlio di Roberto Lorentini, il medico aretino che all’Heysel perse la vita nel tentativo di salvare un bambino. Oggi, Andrea Lorentini è presidente della rinata associazione. Sarà presente una delegazione della Nazionale italiana di calcio - nei prossimi giorni impegnata al Centro tecnico di Coverciano - guidata da Lele Oriali, team manager del club azzurro. "Il Gonfalone d’Argento all’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel - dichiara la vicepresidente del Consiglio, Lucia De Robertis, che ha promosso l’iniziativa - vuole essere un richiamo a non dimenticare quell’assurda tragedia di trent’anni fa, e uno sprone all’opera della rinata associazione nella diffusione di una cultura della non violenza nello sport e intorno allo sport". "La presenza di una delegazione della nazionale italiana di calcio - aggiunge la vicepresidente -, presente a Coverciano in preparazione all’amichevole che giocherà con il Belgio a Bruxelles, proprio in memoria delle vittime dell’Heysel, è testimonianza di straordinaria attenzione e della disponibilità della Federcalcio, cui va davvero il nostro ringraziamento per aver aderito all’invito". Consiglio regionale della Toscana © Ufficio Stampa Fonte: Gonews.it © 6 novembre 2015 Fotografia: Regione Toscana ©

 
 

La decisione della Regione

Il Gonfalone all’Associazione vittime dell’Heysel

A settembre, in data ancora da definire, il Consiglio regionale consegnerà il Gonfalone d’Argento all’Associazione familiari delle vittime dell’Heysel, presieduta dall’aretino Andrea Lorentini, orfano di Roberto, medico morto tentando di salvare un connazionale e per questo medaglia d’argento al valor civile. Il 29 maggio 1985, infatti, allo stadio Heysel di Bruxelles, prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool, morirono 39 persone, 32 italiane. Cinque di queste toscane: Bruno Balli (Prato), Giuseppina Conti (Arezzo), Giancarlo Gonnelli (Ponsacco), Giovacchino Landini (originario di Capannori) e, appunto, l’aretino Roberto Lorentini. L’iniziativa è nata dalla volontà della vice presidente del Consiglio, l’aretina Lucia De Robertis, e del presidente, Eugenio Giani, nell’anno del trentennale della strage: "Con il Gonfalone vogliamo non soltanto ricordare le vittime, ma sostenere idealmente il lavoro dell'Associazione per una cultura dello sport estranea a ogni tipo di violenza", ha affermato De Robertis. Andrea Lorentini, infatti, insieme ai familiari che hanno aderito ha deciso di ricostituire l'Associazione per continuare a difendere la memoria dei morti e proseguire quella battaglia di verità portata avanti dal nonno Otello, deceduto nel maggio del 2014. Colui il quale trent'anni fa riunì le famiglie italiane per ottenere giustizia in un processo difficile e doloroso, al termine del quale riuscì a far condannare l'Uefa (responsabile insieme alle autorità politiche e sportive belghe e agli hooligans del Liverpool) con una sentenza che ha cambiato per sempre il calcio europeo, rendendola corresponsabile delle manifestazioni che organizza. "Per noi familiari - dice Andrea Lorentini - è un onore, ma al tempo stesso una responsabilità, visto che ci siamo prefissi di combattere ogni tipo di violenza che cerca di farsi largo nello sport, non solo quella verbale che offende i nostri cari. Per questo ringrazio Giani e De Robertis e mi auguro che alla manifestazione ci siano anche i Della Valle". In questi mesi l'Associazione ha portato avanti incontri nelle scuole e a breve organizzerà un convegno nazionale.  F.C. Fonte: Il Corriere Fiorentino © 12 agosto 2015 Tweet: Associazionefamiliarivittimeheysel.it ©

Gonfalone d'argento per la tragedia dell'Heysel

La massima onorificenza del Consiglio regionale toscano verrà conferito ai familiari delle vittime dell'Heysel, dove morirono 39 persone.

FIRENZE - La principale onorificenza del Consiglio regionale assegnata all’associazione ricostituita ad Arezzo da Andrea Lorentini. Trent’anni fa, l’indimenticabile tragedia che sconvolse il mondo. Non solo quello del calcio. Era il 29 maggio 1985, e 39 persone, arrivate allo stadio Heysel di Bruxelles per godersi la finale di Coppa dei Campioni fra Juventus e Liverpool, lì terminarono tragicamente, assurdamente, le loro esistenze. Una tragedia che verrà ricordata anche in Consiglio regionale, a settembre, per merito dell’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel, alla quale l’Assemblea legislativa regionale consegnerà il Gonfalone d’Argento, la massima onorificenza dell’istituzione. Lo annuncia il vicepresidente dell'Assemblea toscana Lucia De Robertis. "Dal gennaio scorso - spiega in una nota De Robertis, promotrice del riconoscimento - per iniziativa di Andrea Lorentini, figlio di Roberto, medico aretino che sacrificò la propria vita nel tentativo di soccorrere un bambino schiacciato dalla calca, l'associazione si è ricostituita, con lo scopo di mantenere il ricordo di quella tragedia e di contrastare la violenza fisica e verbale nel calcio e nello sport in generale". Con il gonfalone, conclude, "vogliamo non soltanto ricordare le vittime della tragedia, che non devono essere dimenticate, ma sostenere idealmente il lavoro dell'Associazione per una cultura dello sport estranea ad ogni tipo di violenza. Un lavoro che l'Associazione saprà sicuramente svolgere al meglio. Un motivo di orgoglio per noi aretini". Fonte: Toscanamedianews.it © 11 agosto 2015 Fotografie: Regione Toscana © Arezzonotizie.it ©

Gonfalone d’Argento, De Robertis (Pd):

"A settembre all’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel"

La principale onorificenza del Consiglio regionale assegnata all’associazione ricostituita ad Arezzo da Andrea Lorentini. La soddisfazione della vicepresidente del "parlamento" toscano Lucia De Robertis.

Trent’anni fa, l’indimenticabile tragedia che sconvolse il mondo. Non solo quello del calcio. Era il 29 maggio 1985, e 39 persone, arrivate allo stadio Heysel di Bruxelles per godersi la finale di Coppa dei Campioni fra Juventus e Liverpool, lì terminarono tragicamente, assurdamente, le loro esistenze. Una tragedia che verrà ricordata anche in Consiglio regionale, a settembre, per merito dell’Associazione Familiari Vittime dell’Heysel, alla quale l’Assemblea legislativa regionale consegnerà il Gonfalone d’Argento, la massima onorificenza dell’istituzione. "Dal gennaio scorso - spiega la vice presidente del Consiglio regionale, Lucia De Robertis, promotrice del riconoscimento - per iniziativa di Andrea Lorentini, figlio di Roberto, medico aretino che sacrificò la propria vita nel tentativo di soccorrere un bambino schiacciato dalla calca, l’associazione si è ricostituita, con lo scopo di mantenere il ricordo di quella tragedia e di contrastare la violenza fisica e verbale nel calcio e nello sport in generale. È un’ impegno importante, necessario in un mondo che ancora oggi vergognosamente, in troppi stadi, inneggia a quella tragedia per un’assurda concezione del tifo, e che mostra preoccupanti livelli di violenza, verbale e non solo, anche nelle stesse competizioni giovanili". "Con il Gonfalone - conclude De Robertis - vogliamo non soltanto ricordare le vittime della tragedia, che non devono essere dimenticate, ma sostenere idealmente il lavoro dell’Associazione per una cultura dello sport estranea ad ogni tipo di violenza. Un lavoro che l’Associazione saprà sicuramente svolgere al meglio. Un motivo di orgoglio per noi aretini". "Ringrazio, anche a nome di tutti i familiari associati, il presidente del Consiglio Regionale Giani e la vice presidente De Robertis per questa onorificenza così prestigiosa - afferma il presidente dell’associazione fra i familiari delle vittime dell’Heysel Andrea Lorentini - per l’associazione si tratta al tempo stesso di una responsabilità e di uno stimolo in più per portare avanti gli obiettivi che muovono il nostro impegno civile. L’Associazione - prosegue Lorentini - ha lo scopo di difendere la memoria dell’Heysel e di chi quel giorno vi perse la vita, oltre che battersi contro la violenza, fisica e verbale, nel calcio così come negli altri sport. In questi mesi abbiamo già condotto campagne di sensibilizzazione nelle scuole e a breve organizzeremo un convegno nazionale con lo scopo di impegnare Coni e Governo su un progetto rivolto alle giovani generazioni. Quelle sulle quali dobbiamo investire per una cultura sportiva migliore nel nostro Paese". Consiglio Regionale della Toscana Fonte: Gruppopdregionetoscana.it © 11 agosto 2015 Fotografia: Regione Toscana © Video: TSD Arezzo © Riccardo Ciccarelli ©

EVENTI ASSOCIAZIONE 2015-2024
    
www.associazionefamiliarivittimeheysel.it  Domenico Laudadio  ©  Copyrights 2015  (All rights reserved)