PREMIO DI PUBBLICA ONORIFICENZA
CONSIGLIO REGIONALE TOSCANA |
Salone del Gonfalone
Palazzo PanciatichI
FIRENZE 9.11.2015
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Cerimonia
di Conferimento del Gonfalone d'Argento della Regione
Toscana |
all' Associazione fra i
Familiari delle Vittime dello Stadio Heysel
di Bruxelles
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Vittime
Heysel: dalla Toscana, il
Gonfalone d’argento per non
dimenticare
Consiglio
regionale, assegnata la massima
onorificenza alla rinata
associazione dei familiari delle
vittime. Presenti il difensore
della Juventus e della Nazionale
Giorgio Chiellini e il
presidente della Federcalcio
Carlo Tavecchio.
Il
Gonfalone d’argento del
Consiglio regionale della
Toscana è stato consegnato
questo pomeriggio a palazzo Panciatichi all’associazione dei
familiari delle vittime
dell’Heysel. A conferire il
massimo riconoscimento
dell’Assemblea toscana ad Andrea
Lorentini è stata la
vicepresidente Lucia De Robertis,
con il presidente Eugenio Giani
e il consigliere Antonio Mazzeo,
che fa parte dell’Ufficio di
presidenza. Accanto a loro, il
difensore della Juventus e della
Nazionale, Giorgio Chiellini,
con il presidente della
Federcalcio Carlo Tavecchio.
Andrea Lorentini è il presidente
della rinata associazione,
figlio di Roberto Lorentini, il
medico aretino che all’Heysel
perse la vita nel tentativo di
salvare un bambino. "Ricordare e
dare un senso a questa tragedia,
far riflettere i più giovani,
che magari sanno poco", questo
l’impegno dell’associazione, ha
spiegato Lorentini. "Vogliamo
raccontare quella tragedia e le
verità scomode che
l’accompagnano. Sull’Heysel c’è
stata poca memoria e spesso
fuorviante. Il nostro impegno
sarà anche per difendere questa
memoria, spesso oltraggiata in
maniera vergognosa negli stadi.
Per questo, chiediamo al
presidente Tavecchio, col quale
già un mese fa abbiamo avviato
un percorso, che la procura
federale sia vigile: servono
sanzioni esemplari". E ha quindi
ricordato l’amichevole con il
Belgio che gli azzurri
giocheranno venerdì a Bruxelles,
"in quello stadio Re Baldovino
che un tempo era l’Heysel".
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Lucia De Robertis, che ha
lavorato in prima persona alla
realizzazione di questa
iniziativa, ha letto i messaggi
di Paolo Rossi e Andrea Agnelli,
ha portato il saluto di Sergio
Brio, anch’egli in campo
all’Heysel. "Io quel medico lo
conoscevo - ha raccontato Lucia
De Robertis riferendosi a
Roberto Lorentini -, quella
partita la guardai e vidi il
sacrificio di quelle vittime di
un calcio malato. Sosteniamo il
tentativo dell’associazione di
tenere alta la memoria di quella
tragedia. Il mio sogno - ha
concluso la vicepresidente del
Consiglio regionale - è di non
sentire mai più riecheggiare
certi cori negli stadi". Il
riconoscimento vuole proprio
essere un richiamo a non
dimenticare quell’assurda
tragedia di trent’anni fa e uno
sprone all’opera della rinata
associazione nella diffusione di
una cultura della non violenza
nello sport e intorno allo
sport. Il presidente Giani ha
ringraziato Tavecchio, "un
amico", e Chiellini, "che
ricordo ancora con simpatia
nella sua esperienza giovanile
in maglia viola". Giani ha
ricordato a sua volta Roberto
Lorentini, "un eroe, ai miei
occhi, come i tanti che nelle
torri gemelle sacrificarono la
propria vita per cercare di
salvarne altre", ha detto
rivolto al figlio Andrea. E ha
ricordato il "ruolo fondamentale
dell’associazione nel processo
che si svolse su questa
tragedia, in cui "chi doveva
garantire la sicurezza non la
garantì". "Voglio qui
rappresentare e rendere pubblico
- ha concluso Giani - il nostro
essere vicini all’associazione e
alle famiglie delle vittime".
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"Mi rendo
conto della responsabilità che
abbiamo ai nostri giorni noi
calciatori", ha detto Giorgio
Chiellini, guardando Andrea
Lorentini. "Purtroppo certe
volte sbagliamo, ma credo che in
questi anni ci siamo resi conto
un po’ tutti dei messaggi che
mandiamo. Tante volte una cresta
fa molto di più di qualsiasi
discorso dei genitori". "Sono
diventato da poco papà - ha
proseguito - e cominci a pensare
anche a certe cose. Spero che si
continui a migliorare, sono
contento di cosa si è fatto nel
calcio negli ultimi anni sia a
livello di sicurezza che di
educazione". Quindi ha fatto "i
complimenti ad Andrea, un
ragazzo come me, abbiamo la
stessa età e siamo toscani. Le
parole che esprime per parlare
di ciò che ha vissuto ti
rimangono dentro, si sente tanta
passione e sono sicuro che il
suo contributo servirà a dare
una mano al calcio per crescere
e affinché non si verifichino
più in futuro certi tipi di
tragedie". "Il calcio è gioia,
gioco di squadra, comunicazioni
di valori importanti, agonistici
e culturali - ha dichiarato il
presidente della Federcalcio
Tavecchio. Mi auguro che non si
ripeta più una tragedia come
quella dell’Heysel. Sono sicuro
che insieme possiamo creare una
coscienza di responsabilità.
Puntiamo a stadi senza barriere,
sapendo che la barriera più
grande è quella mentale. Bisogna
avere senso civico ed onestà -
ha aggiunto Tavecchio. Per
questo la Figc è a disposizione
per qualsiasi iniziativa che
porti a far emergere i valori
della correttezza sportiva come
li rappresenta Chiellini, che è
qui oggi con noi stasera. Questo
riconoscimento - ha concluso -
valga come ricordo di un
qualcosa di drammatico. Il
calcio non merita di essere
legato ad episodi come queste
grandi tragedie umane".
(S. Bar)
Fonte:
Met.provincia.fi.it © 9 novembre
2015
Fotografie: Regione
Toscana
© La Nazione © Toscanamedianews.it
Tweet: Associazionefamiliarivittimeheysel.it
Video: Toscanamedia
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Gonfalone
d'argento alle vittime
dell'Heysel
A
consegnare il riconoscimento ai
familiari è stato il presidente
del Consiglio regionale Eugenio
Giani, insieme a Giorgio
Chiellini e Carlo Tavecchio.
FIRENZE -
Il riconoscimento è stato
consegnato ad Andrea Lorentini,
presidente della rinata
associazione dei famigliari
delle vittime della strage
dell'Heysel in quanto figlio di
Roberto Lorentini, il medico
aretino che all’Heysel perse la
vita nel tentativo di salvare un
bambino. "Il Gonfalone d’argento
all’Associazione familiari
vittime dell’Heysel - ha detto
la vicepresidente del Consiglio,
Lucia De Robertis, anche lei
aretina e promotrice
dell’iniziativa -– vuole essere
un richiamo a non dimenticare
quell’assurda tragedia di
trent’anni fa, e uno sprone
all’opera della rinata
associazione nella diffusione di
una cultura della non violenza
nello sport e intorno allo
sport". Alla cerimonia ha
partecipato anche una
delegazione della Nazionale di
calcio, guidata dal presidente
della Federcalcio Carlo
Tavecchio, accompagnato dal
difensore della Juventus e degli
Azzurri, Giorgio Chiellini. "La
presenza di una delegazione
della nazionale italiana di
calcio - ha sottolineato la
vicepresidente De Robertis -
presente a Coverciano in
preparazione all’amichevole che
giocherà con il Belgio a
Bruxelles, proprio in memoria
delle vittime dell’Heysel, è
testimonianza di straordinaria
attenzione e della disponibilità
della Federcalcio, cui va
davvero il nostro ringraziamento
per aver aderito all’invito".
"Ringrazio il presidente del
consiglio regionale Giani e la
vicepresidente De Robertis per
questa onorificenza così
prestigiosa e di alto valore
simbolico - ha detto invece
Andrea Lorentini. Per
l'Associazione è un motivo di
orgoglio e al tempo stesso di
stimolo per portare avanti con
rinnovata energia il nostro
impegno civile per tenere viva
la memoria di quella tragedia e
contribuire a diffondere i veri
valori dello sport con
particolare riferimento alle
nuove generazioni".
Fonte:
Toscanamedianews.it © 9 novembre
2015
Fotografia: La Gazzetta dello
Sport 10.11.2015
©
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Juventus,
Agnelli: "Heysel ? Impegno
quotidiano per evitare altre
tragedie"
Il
presidente del club bianconero:
"Quando accadono queste tragedie
non c'è nulla che possa lenire
il nostro dolore".
FIRENZE -
"Bisogna adoperarsi
quotidianamente per evitare che
episodi del genere accadano
ancora". Così il presidente
della Juventus, Andrea Agnelli,
in un messaggio inviato al
Consiglio regionale della
Toscana, in occasione della
cerimonia di conferimento del
Gonfalone d'argento, massima
onorificenza dell'Assemblea
toscana, all'associazione dei
familiari delle vittime
dell'Heysel, in programma oggi
pomeriggio. "Quando accadono
tragedie come l'Heysel, che
ancora oggi ci lascia increduli
e impotenti, non c'è nulla che
possa lenire il nostro dolore -
scrive il presidente della
Juventus. Tuttavia, possiamo
fare in modo che avvenimenti del
genere non accadano in futuro.
Sfortunatamente, la storia, come
in questo caso, è anche memoria
di vittime umane". IMPEGNO - Per
Agnelli "è quindi nostro
impegno, in quanto uomini,
tributare il doveroso omaggio a
tutte le vittime di quella
giornata e dimostrare la nostra
vicinanza ai loro cari".
L'associazione dei familiari
delle vittime dell'Heysel "non
solo persegue con le sue
attività questo lodevole
intento, ma si prefigge come
principale obiettivo la
promozione della non violenza
nello sport, che da sempre
dovrebbe rimandare a valori
positivi e autentici", scrive
ancora Andrea Agnelli, che si
congratula con l'Assemblea
toscana "per la lodevole
iniziativa e con Andrea Lorentini per l'onorificenza
ottenuta in questa giornata".
ROSSI
- "Sono passati
trent'anni, ma le ferite non si
sono ancora rimarginate. Sono
ancora lì, aperte e piene di
disperazione dei familiari delle
vittime". Lo scrive Paolo Rossi,
ex centravanti della Juventus e
dell'Italia campione del mondo
in Spagna '82, in una lettera in
occasione della consegna del
Gonfalone d'argento del
Consiglio regionale della
Toscana all'associazione dei
familiari delle vittime
dell'Heysel. Pablito, spiega una
nota, ha inviato la lettera al
vicepresidente del Consiglio
regionale, Lucia De Robertis.
"Io quella sera c'ero e posso
raccontare le mie impressioni su
quella inconcepibile, quanto
ingiustificabile, serata -
scrive. Quella sera né
l'atmosfera, né il contesto
della gara potevano far
presagire una simile catastrofe.
Doveva essere una giornata di
festa e di gioia". E invece si
trasformò "in un campo di morte
ancor prima che il gioco avesse
inizio. Un massacro, prima
ancora che il fischietto
dell'arbitro riuscisse a
scandire l'avvio della contesa
tra le due formazioni. Io ero
lì, pronto a giocare, ma come
molti altri non sapevo cosa
fosse accaduto. Ignaro del
dramma, continuai a rincorrere
il pallone e a cercare il gol.
Con me, i miei compagni di
squadra". Per Rossi "nell'arco
di quindici minuti esatti si era
consumata un'atrocità senza
eguali. Inutile la gara da noi
disputata e del tutto fuori
luogo il giro di campo e
l'esultanza dei giocatori, me
compreso, ancora inconsapevoli.
Impossibile, poi, capire fino in
fondo di chi fosse la colpa".
Ancora oggi "a distanza di
trent'anni, tanto dolore e
troppe lacrime versate, ci si
interroga sulla sciagura
dell'Heysel, augurandosi che
quantomeno possa essere servita
da lezione per non ripetere gli
stessi errori, per evitare altro
sangue e lacrime preziose". "Io
ero lì, ma non conoscevo la
portata di quel dramma umano.
Chiedo scusa, ma non sapevo.
Nessuno di noi sapeva, né
immaginava". Oggi, chiude Paolo
Rossi, "il mio pensiero non può
che andare alle vittime, e alle
loro famiglie, che hanno
combattuto e si sono adoperate,
nel corso di questi lunghi e
faticosi anni, affinché
emergesse la verità. Sono con
voi, con tutto il mio affetto e
la mia vicinanza".
CHIELLINI -
"Mi rendo conto della
responsabilità che abbiamo ai
nostri giorni noi calciatori.
Purtroppo certe volte sbagliamo
ma credo che in questi anni ci
siamo resi conto un po’ tutti
dei messaggi che mandiamo, di
come siamo diventi opinion
leader per tutti i bambini e le
nuove generazioni. Tante volte
una cresta fa molto di più di
qualsiasi discorso dei
genitori". Lo ha detto il
difensore azzurro Giorgio Chiellini a margine della
cerimonia di conferimento del
Gonfalone d'argento, massima
onorificenza del Consiglio
regionale, alla rinata
associazione dei familiari
vittime dell'Heysel. "Sono
diventato da poco papà,
inevitabilmente ti cambia
qualcosa dentro - ha aggiunto -
e cominci a pensare anche a
certe cose. Spero che si
continui a migliorare e sono
contento di cosa si è fatto nel
calcio negli ultimi anni sia a
livello di sicurezza che di
educazione. Mi auguro che si
viva questo sport sempre di più
con grande passione ma anche con
grande rispetto". Il giocatore
ha sottolineato di voler "fare i
complimenti ad Andrea Lorentini
che è un ragazzo come me dato
che abbiamo la stessa età e
siamo toscani entrambi, per
l'iniziativa della costituzione
di una associazione delle
vittime dei familiari
dell'Heysel, e per i valori che
sta portando avanti". Per
Chiellini "le parole che esprime
per parlare di ciò che ha
vissuto ti rimangono dentro, si
sente tanta passione e sono
sicuro che il suo contributo
servirà a dare una mano al
calcio per crescere e affinché
non si verifichino più in futuro
certi tipi di tragedie".
TAVECCHIO -
"Il calcio è gioia, gioco di
squadra, comunicazioni di valori
importanti, agonistici e
culturali, è tutto ciò che
suscita una palla che rotola,
che fa emozionare i nostri
giovani. Mi auguro che non si
ripeta più una tragedia simile
come quella dell'Heysel. Sono
sicuro che insieme possiamo
creare una coscienza di
responsabilità. Puntiamo a stadi
senza barriere, dobbiamo fermare
l'ideologia mentale di certi
pensieri". Lo ha detto Carlo Tavecchio, presidente della
Figc, nel corso della cerimonia
per il conferimento del
Gonfalone d'argento del
Consiglio regionale della
Toscana, massima onorificenza
dell'Assemblea, all'associazione
dei familiari delle vittime
dell'Heysel. "Bisogna avere
senso civico ed onestà - ha
aggiunto. Per questo la Figc è a
disposizione per qualsiasi
iniziativa che porti a far
emergere i valori della
correttezza sportiva così come
li rappresenta Chiellini che è
qui oggi con noi stasera". Per
Tavecchio "questo riconoscimento
ad una organizzazione importante
come quella che ha costituito
Lorentini valga come ricordo di
un qualcosa di drammatico. Il
calcio non merita di essere
legato ad episodi come queste
grandi tragedie umane.
Trentanove morti sono una
catastrofe. Bisognerebbe capire
come è accaduto, soprattutto per
colpe dovute ad imperizia".
Fonte:
Tuttosport.com © 9 novembre
2015
Fotografie: Toscanamedianews.it
© Wondernetmag.com
© Goal.com ©
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Heysel 30
anni dopo il Gonfalone della
Toscana ai familiari delle
vittime
di Lorenzo
Benocci
Trent’anni
dopo, la Toscana non dimentica
la tragedia dell’Heysel. Fra le
vittime di quella assurda serata
allo stadio di Bruxelles, dove
persero la vita 39 persone, -
per assistere alla finale di
Coppa dei Campioni fra Juventus
e Liverpool - c’erano anche
cinque toscani: la studentessa
Giuseppina Conti, 17 anni di
Arezzo; Giancarlo Gonnelli di
Ponsacco, 20 anni; Bruno Balli,
50enne di Prato e Giovacchino
Landini (50 anni) da Capannori;
il medico aretino, Roberto Lorentini, 31enne, eroe
dell’Heysel, già insignito della
medaglia al valore dal
Presidente della Repubblica, per
aver perso la vita nel tentativo
di salvare un bambino nella
maledetta curva "Z". Oggi nelle
mani di Andrea Lorentini, figlio
di Roberto e presidente
dell’Associazione Familiari
Vittime dell’Heysel è stato
consegnato il Gonfalone
d’Argento, la massima
onorificenza del Consiglio
regionale della Toscana.
"Non
dimenticare quell’assurda
tragedia" - "Il Gonfalone
d’Argento all’Associazione
Familiari Vittime dell’Heysel -
ha detto la vicepresidente del
Consiglio, Lucia De Robertis,
che ha promosso l’iniziativa -
vuole essere un richiamo a non
dimenticare quell’assurda
tragedia di trent’anni fa, e uno
sprone all’opera della rinata
associazione nella diffusione di
una cultura della non violenza
nello sport e intorno allo
sport". Ha ringraziato il
presidente del consiglio
regionale Eugenio Giani e la
vicepresidente De Robertis "per
questa onorificenza così
prestigiosa e di alto valore
simbolico" Andrea Lorentini:
"Per l’Associazione è un motivo
di orgoglio -ha sottolineato - e
al tempo stesso di stimolo per
portare avanti con rinnovata
energia il nostro impegno civile
per tenere viva la memoria di
quella tragedia e contribuire a
diffondere i veri valori dello
sport con particolare
riferimento alle nuove
generazioni". Alla cerimonia di
palazzo Panciatichi è
intervenuta anche una
delegazione della Nazionale,
guidata dal presidente della
Federcalcio Carlo Tavecchio, con
il difensore della Juventus e
della nazionale, Giorgio
Chiellini. Azzurri in questi
giorni in ritiro a Coverciano
per preparare l’amichevole che
l’Italia giocherà proprio allo
stadio di Bruxelles (oggi
ribattezzato Re Baldovino) per
ricordare quella tragedia del
1985. Agnelli "ancora oggi
increduli" - Il presidente della
Juventus Andrea Agnelli ha
inviato un messaggio al
Consiglio regionale della
Toscana: "Bisogna adoperarsi
quotidianamente per evitare che
episodi del genere accadano
ancora", ha scritto il
presidente bianconero. "Quando
accadono tragedie come l’Heysel,
che ancora oggi ci lascia
increduli e impotenti, non c’è
nulla che possa lenire il nostro
dolore - ha proseguito Agnelli.
Tuttavia, possiamo fare in modo
che avvenimenti del genere non
accadano in futuro.
Sfortunatamente, la storia, come
in questo caso, è anche memoria
di vittime umane. È quindi
nostro impegno, in quanto
uomini, tributare il doveroso
omaggio a tutte le vittime di
quella giornata e dimostrare la
nostra vicinanza ai loro cari".
L’associazione dei familiari
delle vittime dell’Heysel "non
solo persegue con le sue
attività questo lodevole
intento, ma si prefigge come
principale obiettivo la
promozione della non violenza
nello sport, che da sempre
dovrebbe rimandare a valori
positivi e autentici", ha
scritto ancora
Agnelli, che si
congratula con l’Assemblea
toscana "per la lodevole
iniziativa e con Andrea
Lorentini per l’onorificenza
ottenuta in questa giornata". Pablito ricorda e si scusa: "Non
sapevamo" - Anche Paolo Rossi,
il centravanti di quella
Juventus e dell’Italia campione
del mondo in Spagna ’82, ha
scritto una lettera per
l’occasione di oggi. "Sono
passati trent’anni, ma le ferite
non si sono ancora rimarginate.
Sono ancora lì, aperte e piene
di disperazione dei familiari
delle vittime. Io quella sera
c’ero e posso raccontare le mie
impressioni su quella
inconcepibile, quanto
ingiustificabile, serata". E
torna a riaprire con i ricordi
quella pagina che ha cambiato la
storia del calcio: "Quella sera,
né l’atmosfera né il contesto
della gara potevano far
presagire una simile catastrofe.
Doveva essere una giornata di
festa e di gioia" e invece si
trasformò "in un campo di morte
ancor prima che il gioco avesse
inizio. Un massacro, prima
ancora che il fischietto
dell’arbitro riuscisse a
scandire l’avvio della contesa
tra le due formazioni. Io ero
lì, pronto a giocare, ma come
molti altri non sapevo cosa
fosse accaduto. Ignaro del
dramma, continuai a rincorrere
il pallone e a cercare il gol.
Con me, i miei compagni di
squadra". Tutto era già
accaduto: "Nell’arco di quindici
minuti esatti si era consumata
un’atrocità senza eguali -
scrive Rossi. Inutile la gara da
noi disputata e del tutto fuori
luogo il giro di campo e
l’esultanza dei giocatori, me
compreso, ancora inconsapevoli.
Impossibile, poi, capire fino in
fondo di chi fosse la colpa: del
Comune di Bruxelles, delle Forze
dell’ordine, di uno stadio
vetusto e poco - o per niente -
idoneo a ospitare una finale di
Coppa dei Campioni,
dell’organizzazione Uefa".
Inutile e tardivo: "Troppo tardi
per rimediare alla violenza
subita da troppe famiglie".
Ancora oggi "a distanza di
trent’anni, tanto dolore e
troppe lacrime versate, ci si
interroga sulla sciagura
dell’Heysel, augurandosi che
quantomeno possa essere servita
da lezione per non ripetere gli
stessi errori, per evitare altro
sangue e lacrime preziose". "Io
ero lì, ma non conoscevo la
portata di quel dramma umano.
Chiedo scusa, ma non sapevo.
Nessuno di noi sapeva, né
immaginava". Oggi, chiude Rossi,
"il mio pensiero non può che
andare alle vittime, e alle loro
famiglie, che hanno combattuto e
si sono adoperate, nel corso di
questi lunghi e faticosi anni,
affinché emergesse la verità.
Sono con voi, con tutto il mio
affetto e la mia vicinanza".
Fonte:
Agenziaimpress.it
© 9 novembre
2015
Fotografie: Toscanamedianews.it
© Corriere Fiorentino ©
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Vittime
dell’Heysel: Gonfalone d’argento
all’associazione dei familiari
Il
Gonfalone d’Argento, massima
onorificenza del Consiglio
regionale della Toscana, alla
rinata associazione dei
familiari delle vittime
dell’Heysel. Il riconoscimento
sarà conferito ufficialmente
lunedì 9 novembre alle 18, nella
sala del Gonfalone di palazzo Panciatichi, a Firenze (via
Cavour, 4), con una cerimonia
alla quale parteciperanno il
presidente dell’Assemblea
toscana, Eugenio Giani, e la
vicepresidente Lucia De Robertis.
Il
Gonfalone d’argento sarà
consegnato ad Andrea Lorentini,
figlio di Roberto Lorentini, il
medico aretino che all’Heysel
perse la vita nel tentativo di
salvare un bambino. Oggi, Andrea
Lorentini è presidente della
rinata associazione. Sarà
presente una delegazione della
Nazionale italiana di calcio -
nei prossimi giorni impegnata al
Centro tecnico di Coverciano -
guidata da Lele Oriali, team
manager del club azzurro. "Il
Gonfalone d’Argento
all’Associazione Familiari
Vittime dell’Heysel - dichiara
la vicepresidente del Consiglio,
Lucia De Robertis, che ha
promosso l’iniziativa - vuole
essere un richiamo a non
dimenticare quell’assurda
tragedia di trent’anni fa, e uno
sprone all’opera della rinata
associazione nella diffusione di
una cultura della non violenza
nello sport e intorno allo
sport". "La presenza di una
delegazione della nazionale
italiana di calcio - aggiunge la
vicepresidente -, presente a
Coverciano in preparazione
all’amichevole che giocherà con
il Belgio a Bruxelles, proprio
in memoria delle vittime
dell’Heysel, è testimonianza di
straordinaria attenzione e della
disponibilità della Federcalcio,
cui va davvero il nostro
ringraziamento per aver aderito
all’invito".
Consiglio
regionale della Toscana ©
Ufficio Stampa
Fonte: Gonews.it
©
6 novembre
2015
Fotografia: Regione Toscana ©
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La decisione della
Regione
Il
Gonfalone all’Associazione
vittime dell’Heysel
A
settembre, in data ancora da
definire, il Consiglio regionale
consegnerà il Gonfalone
d’Argento all’Associazione
familiari delle vittime
dell’Heysel, presieduta
dall’aretino Andrea Lorentini,
orfano di Roberto, medico morto
tentando di salvare un
connazionale e per questo
medaglia d’argento al valor
civile. Il 29 maggio 1985,
infatti, allo stadio Heysel di
Bruxelles, prima della finale di
Coppa dei Campioni
Juventus-Liverpool, morirono 39
persone, 32 italiane. Cinque di
queste toscane: Bruno Balli
(Prato), Giuseppina Conti
(Arezzo), Giancarlo Gonnelli
(Ponsacco), Giovacchino Landini
(originario di Capannori) e,
appunto, l’aretino Roberto
Lorentini. L’iniziativa è nata
dalla volontà della vice
presidente del Consiglio,
l’aretina Lucia De Robertis, e
del presidente, Eugenio Giani,
nell’anno del trentennale della
strage: "Con il Gonfalone
vogliamo non soltanto ricordare
le vittime, ma sostenere
idealmente il lavoro
dell'Associazione per una
cultura dello sport estranea a
ogni tipo di violenza", ha
affermato De Robertis. Andrea
Lorentini, infatti, insieme ai
familiari che hanno aderito ha
deciso di ricostituire
l'Associazione per continuare a
difendere la memoria dei morti e
proseguire quella battaglia di
verità portata avanti dal nonno
Otello, deceduto nel maggio del
2014. Colui il quale trent'anni
fa riunì le famiglie italiane
per ottenere giustizia in un
processo difficile e doloroso,
al termine del quale riuscì a
far condannare l'Uefa
(responsabile insieme alle
autorità politiche e sportive
belghe e agli hooligans del
Liverpool) con una sentenza che
ha cambiato per sempre il calcio
europeo, rendendola
corresponsabile delle
manifestazioni che organizza.
"Per noi familiari - dice Andrea Lorentini
- è un onore, ma al
tempo stesso una responsabilità,
visto che ci siamo prefissi di
combattere ogni tipo di violenza
che cerca di farsi largo nello
sport, non solo quella verbale
che offende i nostri cari. Per
questo ringrazio Giani e De Robertis e mi auguro che alla
manifestazione ci siano anche i
Della Valle". In questi mesi
l'Associazione ha portato avanti
incontri nelle scuole e a breve
organizzerà un convegno
nazionale.
F.C.
Fonte:
Il Corriere Fiorentino © 12 agosto
2015
Tweet:
Associazionefamiliarivittimeheysel.it
©
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Gonfalone
d'argento per la tragedia
dell'Heysel
La massima
onorificenza del Consiglio
regionale toscano verrà
conferito ai familiari delle
vittime dell'Heysel, dove
morirono 39 persone.
FIRENZE -
La principale onorificenza del
Consiglio regionale assegnata
all’associazione ricostituita ad
Arezzo da Andrea Lorentini.
Trent’anni fa, l’indimenticabile
tragedia che sconvolse il mondo.
Non solo quello del calcio. Era
il 29 maggio 1985, e 39 persone,
arrivate allo stadio Heysel di
Bruxelles per godersi la finale
di Coppa dei Campioni fra
Juventus e Liverpool, lì
terminarono tragicamente,
assurdamente, le loro esistenze.
Una tragedia che verrà ricordata
anche in Consiglio regionale, a
settembre, per merito
dell’Associazione Familiari
Vittime dell’Heysel, alla quale
l’Assemblea legislativa
regionale consegnerà il
Gonfalone d’Argento, la massima
onorificenza dell’istituzione.
Lo annuncia il vicepresidente
dell'Assemblea toscana Lucia De
Robertis. "Dal gennaio scorso -
spiega in una nota De Robertis,
promotrice del riconoscimento -
per iniziativa di Andrea
Lorentini, figlio di Roberto,
medico aretino che sacrificò la
propria vita nel tentativo di
soccorrere un bambino
schiacciato dalla calca,
l'associazione si è
ricostituita, con lo scopo di
mantenere il ricordo di quella
tragedia e di contrastare la
violenza fisica e verbale nel
calcio e nello sport in
generale". Con il gonfalone,
conclude, "vogliamo non soltanto
ricordare le vittime della
tragedia, che non devono essere
dimenticate, ma sostenere
idealmente il lavoro
dell'Associazione per una
cultura dello sport estranea ad
ogni tipo di violenza. Un lavoro
che l'Associazione saprà
sicuramente svolgere al meglio.
Un motivo di orgoglio per noi
aretini".
Fonte:
Toscanamedianews.it © 11 agosto
2015
Fotografie: Regione
Toscana © Arezzonotizie.it ©
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Gonfalone
d’Argento, De Robertis (Pd):
"A
settembre all’Associazione
Familiari Vittime dell’Heysel"
La
principale onorificenza del
Consiglio regionale assegnata
all’associazione ricostituita ad
Arezzo da Andrea Lorentini. La
soddisfazione della
vicepresidente del "parlamento"
toscano Lucia De Robertis.
Trent’anni
fa, l’indimenticabile tragedia
che sconvolse il mondo. Non solo
quello del calcio. Era il 29
maggio 1985, e 39 persone,
arrivate allo stadio Heysel di
Bruxelles per godersi la finale
di Coppa dei Campioni fra
Juventus e Liverpool, lì
terminarono tragicamente,
assurdamente, le loro esistenze.
Una tragedia che verrà ricordata
anche in Consiglio regionale, a
settembre, per merito
dell’Associazione Familiari
Vittime dell’Heysel, alla quale
l’Assemblea legislativa
regionale consegnerà il
Gonfalone d’Argento, la massima
onorificenza dell’istituzione.
"Dal gennaio scorso - spiega la
vice presidente del Consiglio
regionale, Lucia De Robertis,
promotrice del riconoscimento -
per iniziativa di Andrea
Lorentini, figlio di Roberto,
medico aretino che sacrificò la
propria vita nel tentativo di
soccorrere un bambino
schiacciato dalla calca,
l’associazione si è
ricostituita, con lo scopo di mantenere il ricordo di quella
tragedia e di contrastare la
violenza fisica e verbale nel
calcio e nello sport in
generale. È un’ impegno
importante, necessario in un
mondo che ancora oggi
vergognosamente, in troppi
stadi, inneggia a quella
tragedia per un’assurda
concezione del tifo, e che
mostra preoccupanti livelli di
violenza, verbale e non solo,
anche nelle stesse competizioni
giovanili". "Con il Gonfalone -
conclude De Robertis - vogliamo
non soltanto ricordare le
vittime della tragedia, che non
devono essere dimenticate, ma
sostenere idealmente il lavoro
dell’Associazione per una
cultura dello sport estranea ad
ogni tipo di violenza. Un lavoro
che l’Associazione saprà
sicuramente svolgere al meglio.
Un motivo di orgoglio per noi
aretini". "Ringrazio,
anche a nome di tutti i
familiari associati, il
presidente del Consiglio
Regionale Giani e la vice
presidente De Robertis per
questa onorificenza così
prestigiosa - afferma il
presidente dell’associazione fra
i familiari delle vittime
dell’Heysel Andrea Lorentini -
per l’associazione si tratta al
tempo stesso di una
responsabilità e di uno stimolo
in più per portare avanti gli
obiettivi che muovono il nostro
impegno civile. L’Associazione -
prosegue Lorentini - ha lo scopo
di difendere la memoria
dell’Heysel e di chi quel giorno
vi perse la vita, oltre che
battersi contro la violenza,
fisica e verbale, nel calcio
così come negli altri sport. In
questi mesi abbiamo già condotto
campagne di sensibilizzazione
nelle scuole e a breve
organizzeremo un convegno
nazionale con lo scopo di
impegnare Coni e Governo su un
progetto rivolto alle giovani
generazioni. Quelle sulle quali
dobbiamo investire per una
cultura sportiva migliore nel
nostro Paese".
Consiglio Regionale della
Toscana
Fonte:
Gruppopdregionetoscana.it © 11 agosto
2015
Fotografia: Regione
Toscana ©
Video: TSD Arezzo © Riccardo Ciccarelli ©
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