L'INIZIATIVA - Le regole presentate
dagli studenti in occasione del ricordo della tragedia allo
stadio Heysel, costata la vita a 39 persone.
Il decalogo dello "sportifo" negli
impianti cittadini
A Codogno è arrivato anche il
presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, che
all'epoca dei fatti aveva 3 anni e perse il padre.
Da Arezzo a Codogno per commemorare le
vittime dell'Heysel, la strage avvenuta il 29 maggio 1985 allo
stadio di Bruxelles, prima dell'inizio della finale di Coppa dei
Campioni tra Juventus e Liverpool, che costò la vita a 39
persone di cui 32 italiane. Tra le vittime c'era anche il papà
di Andrea Lorentini, aretino, presidente dell'Associazione fra i
familiari delle vittime dell'Heysel, che domenica non ha voluto
mancare all'appuntamento con il sindaco Francesco Passerini e
gli studenti delle scuole medie di Codogno, protagonisti del
progetto di educazione civica realizzato con il Comune e
l'istituto comprensivo per diffondere nei più giovani una
cultura dello sport sano, inclusivo, non violento. All'epoca del
tragico incidente in cui perse la vita il padre, Lorentini aveva
appena tre anni. E diventato grande ha fatto del dovere della
memoria un impegno di vita, rifondando l'associazione voluta dal
nonno e tenendo vivo il ricordo. "I ragazzi hanno portato i loro
lavori e il decalogo dello "sportifo" che hanno realizzato in
questi mesi e adotteremo in tutti gli impianti sportivi della
nostra città, dieci regole che rendono lo sport più bello e il
tifo migliore spiega il sindaco Francesco Passerini. Il vero
spirito dello sport è unione, comunità, voglia di superarsi
sempre nel rispetto della legalità, e questa iniziativa è sola
la prima di un percorso che va a qualificare, a valorizzare i
ragazzi, perché sono loro, le future generazioni, ad avere il
compito di portare avanti questo messaggio". Ad accompagnarli
domenica c'era la professoressa di educazione fisica Vittorina
Marusich. La. GO.
Fonte: Il
Cittadino di Lodi ©
8 giugno 2021
Fotografia: Comune di Codogno
©
Video: Francesco Passerini © (Pagina Facebook)
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