|
ANNIVERSARIO STRAGE
HEYSEL BRUXELLES
ASSOCIAZIONE |
SEDE CONSIGLIO REGIONALE PIEMONTE
TORINO 29.05.2015
|
29.05.1985 HEYSEL: IL VALORE DELLA MEMORIA, IL DOVERE
DELLA VERITA'
|
|
|
La memoria va
allenata !
di
Smemorato
Venerdì scorso 29 maggio, presso
la Sala Viglione di Palazzo
Lascaris, sede del Consiglio
Regionale del Piemonte, si è
tenuta la commemorazione della
strage dello Stadio Heysel di
Bruxelles avvenuta il 29 maggio
1985. La cerimonia è stata
organizzata da Alessandro
Benvenuto, Consigliere
Regionale, Presidente della
Consulta Regionale dei Giovani e
Andrea Lorentini, Presidente
dell’Associazione fra i
Familiari delle Vittime
dell’Heysel. I parenti delle
vittime hanno ricostituito
l’associazione a suo tempo
fondata da Otello Lorentini e
che era appunto rappresentata
dal nipote Andrea Lorentini,
figlio di Roberto una delle
vittime della strage. Erano
presenti: Nereo Ferlat che nel
1985 scrisse il primo libro
sull’accaduto "L’ultima curva",
Darwin Pastorin giornalista,
Massimo Pavan vicedirettore di
Tuttojuve.com e Francesco
Caremani giornalista, scrittore,
noto tifoso juventino,
conosciuto al pubblico
soprattutto per il suo impegno
sulla ricerca della verità sulla
triste vicenda dell’Heysel.
Mancava totalmente la
rappresentanza della Società
Juventus nonostante che "in
questi ultimi anni - come ha
spiegato Andrea Lorentini il
responsabile all’associazione -
con la presidenza di Andrea
Agnelli, la Juventus si è posta
in maniera diversa verso la
tragedia di Bruxelles dopo che
per oltre vent’anni ha
completamente dimenticato e
ignorato quella notte e le
famiglie delle vittime. Di
questo rendo merito al dottor
Agnelli che si è fatto carico di
una nuova sensibilità e
attenzione verso quella
tragedia". Molto significativa
invece la presenza di Domenico
Beccaria, Custode della Memoria
storica granata presso il Museo
del Grande Torino , il quale ha
giustamente sottolineato il
fatto che la rivalità sportiva
non deve mai, mai sfociare nella
violenza. Nereo Ferlat nel suo
intervento ha detto: "Mi ricordo
ancora all’improvviso. Rivedo i
morti. La faccia del signor
Gianfranco Sarto da San Donà di
Piave. L’ avevo conosciuto sul
pullman. Sento ancora
fisicamente quella sensazione
orribile delle membra
schiacciate, immobilizzate,
senza respiro. Non riuscivo più
a respirare, ho capito che sarei
morto. Con i pensieri ho
salutato mia moglie e mia
figlia, allora aveva sette anni.
Poi ho pregato Padre Pio. Non lo
so di preciso cosa sia successo,
ci ripenso ancora. Sono stato al
posto giusto nel momento giusto.
Sono stato estremamente
fortunato. Un’ onda umana, una
spinta improvvisa, mi ha
sollevato invece che abbattermi
definitivamente. Sono riuscito
ad aggrapparmi a una schiena con
tutta la forza che mi restava.
Poi è crollato il muretto che
dava verso il campo e ho ripreso
a respirare. Mi ha colpito
negativamente che un po’ tutti,
la Juventus per prima, abbiano
scelto il silenzio. C’è stata
una grande opera di rimozione.
Ma le tragedie non vanno
dimenticate, anche per questo ho
scritto un libro che s’intitola
"L’ultima curva". Per chi non si
è più rialzato. Perché
trentanove vittime chiedono
memoria". La memoria va allenata
! La cerimonia è stata toccante
e commovente, ha avuto culmine
nella lettura del Monologo
teatrale: Heysel "Io sono la
Memoria" - Lettera da Bruxelles.
Ideato e scritto da Domenico
Laudadio, membro
dell’associazione. Basato sul
racconto di quella serata. Il
dramma, la morte e le cause di
quella tragedia. Un percorso
della memoria, attraverso
l’inferno dell’Heysel e di quel
maledetto 29 maggio 1985.
Interpretato da Francesca
Cassottana, giovane attrice,
milanese di nascita e laureata
alla scuola arte drammatica di
Milano e Piemontese d’adozione.
Fonte:
Losmemoratodicollegno.wordpress.com
© 4 giugno 2015
Fotografia: Associazionefamiliarivittimeheysel.it ©
Grafica: Cleanpng.com ©
Video:
Crpiemonte.tv ©
|
|
|
|
Il dovere
della memoria
di
Marco Sanfelici
The
day after. Il trentennale in
memoria delle vittime
dell’Heysel è passato;
la sbornia da secchiate
di parole, di manifestazioni
annunciate, di assenze pesanti e
di dinieghi colpevoli sono
andati. A terra, come in tutti
gli eventi che si rispettano,
restano i cocci. Oppure no ?
Perché questo è il punto. Se
prenda piede la volontà di
relegare la tragedia di
Bruxelles in un angolo della
storia della Juventus, quasi una
macchia nera di inchiostro
indelebile, da coprire e da
esporre il meno possibile o se
debba affermarsi la strenua
lotta per darne il giusto
risalto. Se ho atteso oggi, 30
maggio, il giorno dopo appunto,
per fissare queste brevi
riflessioni, è per smarcarmi
dall’ovvio. Ovvio come la
presenza di migliaia di curiosi
a caccia di selfie ed autografi
attorno alla chiesa della Gran
Madre di Dio sul far della sera.
Ovvio come la presenza di
mondanità, di addetti ai lavori,
di piccoli e grandi personaggi,
quasi a sottolineare la loro
presenza, perché "non si sa
mai". Ovvio l’incedere di
autorità ed alte uniformi,
quelle autorità che con
imbarazzo si accostano ai
familiari delle vittime, dopo
avere abbassato la testa a
pressioni non ben individuabili
(si sa ma non si dice!). Ovvio
vedere i vertici della società
Juventus, un po’ meno ovvio
vedere scendere la squadra dal
pullman ed introdursi dalla
porta laterale dell’ossario
della chiesa sacrario. C’era
forse bisogno di sottolineare il
dominio sull’evento ? In
contrapposizione poi a che cosa
? L’unico evento alternativo si
è svolto nella sala Viglione
presso Palazzo Lascaris, sede
del Consiglio Regionale, alla
presenza di veri protagonisti
della tragedia dell’Heysel. Alla
presenza di coloro che non
necessitano di pompe magne per
dichiarare e difendere la
verità. Così Andrea Lorentini,
dell’Associazione "Fra le
vittime dell’Heysel", Francesco
Caremani, autore del libro
"Heysel Le verità di una strage
annunciata", Nereo Ferlat
(redattore di Juwelcome, N.D.R.)
sopravvissuto della curva Z,
autore del libro "L’ultima
curva"; gli autorevoli Darwin
Pastorin e Massimo Pavan; il
graditissimo apporto di Domenico
Beccaria, in rappresentanza di
coloro che a Superga piangono
una tragedia altrettanto atroce;
Annamaria Licata, armata della
solita generosità. La lettura di
una piece teatrale di Domenico
Laudadio, nella quale emergono
verità scomode ed occultate, ha
commosso la sala non poco. Forse
per prendere le distanze da
questo racconto crudo e senza
sconti, era assente il
"Convitato di Pietra". Mai
assenza si è tramutata nel
silenzio più rumoroso. A Palazzo
Lascaris si è consumato un
esercizio tra i più difficili in
assoluto, in questo Paese che
quasi si vergogna del proprio
passato: il dovere della
memoria. Non c’è fastidio o
imbarazzo che tenga. L’Heysel
rappresenta una tragedia privata
per i familiari delle vittime e
dei feriti (circa 600 e nessuno
ne parla), ma è anche una
tragedia nazionale, che valica i
confini juventini, nei quali si
è voluta relegare, per buona
pace di coscienze deboli ed
ipocrite. Siamo gente che si
divide su tutto, anche sulle
disgrazie. Ma il dovere della
memoria, ciò che fa andare
Lorentini e Caremani di scuola
in scuola lungo tutto l’anno
scolastico, impone una scelta di
campo. Lontano da tricolori e
bandiere, voltando le spalle
all’ufficialità, sforzandosi di
entrare dalla porta stretta,
colui che scrive ha già fatto la
propria scelta. E non solo per
la ricorrenza di quest’anno.
Fonte: Juwelcome.com © 30
maggio 2015
Fotografia: Associazionefamiliarivittimeheysel.it
©
|
|
|
|
In memoria dei
caduti dell’Heysel
"Non
morti, ma caduti dell’Heysel
perché fu una battaglia ed a
morire furono degli innocenti.
Una tragedia che ha lasciato
molti feriti, non solo nel
corpo, ma nell’animo".
Con
queste parole, rotte dalla
commozione, Darwin Pastorin,
l’illustre giornalista molto
vicino all’Associazione
familiari vittime dell'Heysel,
ha rievocato la tragedia
verificatasi poco prima
dell’inizio della finalissima di
Coppa dei Campioni (ora
Champions League) tra Juventus e
Liverpool, esattamente
trent’anni fa, il 29 maggio del
1985. L’evento, in memoria dei
tragici fatti di Bruxelles e
organizzato dall’associazione, è
stato ospitato nella Sala
Viglione di Palazzo Lascaris,
dove a portare il saluto
dell’Assemblea a nome
dell’Ufficio di presidenza e
della Consulta regionale dei
giovani, è stato Alessandro
Benvenuto, affinché "la memoria
di quella tragedia venga
preservata". Il momento
culminante dell’incontro si è
avuto con la lettura da parte
dell’attrice Francesca
Cassottana di una lettera
scritta, al figlio, da Domenico
Laudadio (tra i presenti) per
spiegare con parole accorate il
susseguirsi degli eventi di
quella infausta giornata. Andrea
Lorentini, presidente
dell’Associazione e figlio di
Roberto, una delle vittime e
nipote di Otello, primo
presidente dell’Associazione
medesima, ha spiegato come "la
memoria non possa prescindere
dal dovere della verità", mentre
Francesco Caremani - autore
dell’unico libro riconosciuto
dalle vittime – "Heysel, le
verità di una strage
annunciata", ha spiegato quanta
strada ci sia ancora da fare nel
mondo dello sport,
particolarmente in Italia, per
evitare che simili fatti possano
ripetersi. È stato anche
proiettato un breve video
rievocativo. Tra i moltissimi
ospiti, componenti
dell’associazione e non, che
hanno parlato delle varie
sfaccettature della vicenda,
importante la partecipazione di
Domenico Beccaria, presidente
del "Museo del Grande Torino",
che ha affermato l’importanza
degli sportivi nell’onorare i
morti di simili eventi senza
distinzione di maglia anzi, nel
cogliere queste opportunità per
andare oltre la memoria e
contribuire, con questi
atteggiamenti, a costruire un
ambiente del calcio più sano ed
etico. Già lo scorso anno vi fu
una iniziativa comune "Settanta
angeli in un unico cielo" in
memoria dei 31 morti di Superga
(i campioni del Grande Torino e
gli accompagnatori) e dei 39 di
Bruxelles (dei quali 32
italiani, quasi tutti
bianconeri, senza dimenticare
che ci furono ben 600 feriti a
causa della furia degli
Hooligans).
Fonte: Cr.piemonte.it ©
29 maggio 2015 (Testo ©
Fotografia © Video)
|
|
|
|
LIVE TORINO
Heysel, il resoconto della
toccante commemorazione
di
Massimo Pavan
Lorentini: "La memoria va
allenata". Caremani: "Manca
luogo della memoria". Pastorin:
"Non parliamo di morti, ma di
caduti". Ferlat: "Avevo mezzo
minuto di vita".
17:20
- La parola passa a Francesco
Caremani, giornalista, scrittore
e autore del libro: "Heysel Le
verità di una strage
annunciata": "Permettetemi di
dire che stasera manca una
persona qui con me, che è Otello
Lorentini (caloroso applauso in
sala, ndr). Grazie alla sua
battaglia, grazie anche al fatto
che lui aveva conservato i
documenti del processo, i
giornali dell'epoca, senza di
lui non ci sarebbe stata
giustizia per i morti
dell'Heysel, non ci sarebbe
stato neanche il mio libro che
grazie ai parenti delle vittime
è diventato anche uno strumento
di memoria, che è la cosa che mi
preme di più. Io sono in
Piemonte da una settimana, da
lunedì sono stato nelle scuole,
a parlare ai ragazzi che nel
1985 non erano ancora nati.
Ragazzi che tifano per il Torino
e che tifano per la Juventus. E
devo dire che è stata una
sensazione molto particolare.
Otello Lorentini mi ha spiegato
il cammino della memoria, mi ha
chiesto di scrivere il libro
perché si era scocciato del
fatto che la gente non sapesse
cosa era successo veramente, si
era scocciato che in tanto
raccontassero a casaccio
l'Heysel. Io ho avuto invidia
per due squadre, il Torino e il
Liverpool, perché per Superga e
Hillsborough hanno un giorno
della memoria. A noi manca una
cosa importante, perché ce
l'hanno cancellata. Le scuole
superiori vanno ad Auschwitz
perché è un luogo in cui
capiscono quello che è successo.
in Argentina hanno impedito di
distruggere la scuola
dell'esercito dove torturavano i
desaparecidos, perché altrimenti
non avrebbero potuto capire dove
li torturavano, dove facevano
partorire le ragazze per dare i
loro figli ai militari che non
li potevano avere. Purtroppo a
noi manca il luogo della
memoria, perché lo stadio Heysel
di fatto non esiste più".
17:15
- Il giornalista Darwin Pastorin:
"C'è chi vorrebbe cancellare
quello che è successo 30 anni
fa, ma quello non si potrà mai
cancellare nella memoria, perché
se noi dobbiamo parlare di
quanto accaduto 30 anni fa, non
dobbiamo più parlare dei morti
dell'Heysel, ma dei caduti
dell'Heysel, perché quella fu
una battaglia, una battaglia
dove a perdere la vita furono
persone comuni, gente che andava
a quella partita come a una
festa. C'è
stato chi ha perso la
vita, chi ha perso l'innocenza e
la speranza. Perché ai morti
bisogna aggiungere i feriti, ma
non solo i feriti dal punto di
vista fisico, anche i feriti dal
punto di vista psicologico, del
cuore, oltre a quelli che hanno
perso i loro cari".
17:00
- Parla Nereo Ferlat,
sopravvissuto alla tragedia ed
autore del libro "L’ultima
Curva": "Ho visto cosa è
successo, come è cominciato il
tutto. Quando sono cominciati
questi attacchi, io avevo vicino
a me due persone con le quali
avevo viaggiato e ho detto:
scappiamo perché qua con questa
rete per polli non siamo al
sicuro, eravamo a circa una
decina di metri da lì, nel mezzo
della curva. Il razzo che hanno
lanciato gli inglesi ad altezza
d'uomo è stato quello che ha
fatto spaventare queste persone
che non erano preparate a una
guerriglia. Qui c'erano delle
famiglie, gente che stava
mangiando un panino, che stava
guardando la partita dei ragazzi
che si stava giocando. Era gente
impreparata. Ci siamo trovati
migliaia di persone in
pochissimi metri quadrati,
urlanti, che cercano una via di
salvezza. Eravamo tutti
schiacciati. Io posso parlare
per me, mi sono ritrovato ad
avere mezzo minuto di vita, ero
proprio schiacciato
completamente, non avevo neanche
saliva in bocca. Ho cominciato a
salutare mentalmente i miei:
peccato, la prima volta che vado
all'estero a vedere la Juve ed è
proprio l'ultima per me. Poi ho
pensato: Padre Pio aiutami. Mi
sono aggrappato alle persone che
stavano ondeggiando e con tutta
la forza ho cercato di stare in
piedi, perché se fossi caduto
non mi sarei rialzato. Quando
poi è crollato il muretto,
calpestando gente già a terra,
mi sono trovato in campo e mi
sono fatto il segno della croce,
ero salvo. La crocerossina mi ha
dato da bere e ho ripreso le
forze. Poi mi sono detto che a
casa mia avranno visto questi
incidenti e volevo farmi vedere.
Sono salito fino in tribuna
stampa e addirittura Carlo Nesti
mi ha fatto da scaletta e mi ha
tirato su. I clacson, se avesse
vinto il Liverpool, sarebbero
stati di tutte le altre squadre
che non aspettavano altro".
|
16:40 -
Francesca Cassottana, giovane attrice
laureata alla scuola d’arte drammatica
"Paolo Grassi" di Milano, ripercorre le
fasi del dramma raccontando le fasi, le
cause e le responsabilità della
tragedia.
16:20
- Inizia la commemorazione nella
Sala Viglione nella sede del
Consiglio Regionale Piemonte.
Prende la parola Andrea
Lorentini, Presidente
dell’"Associazione fra i
familiari vittime dell’Heysel":
"E' una giornata importante,
alla quale abbiamo voluto dare
il titolo 'Il valore della
memoria, il dovere della
verità'. Sono due pilastri sui
quali il lavoro
dell'associazione che ho
ricostituito grazie al supporto
di buona parte dei familiari
dell'Heysel. Dopo 30 anni la
memoria deve essere allenata, va
difesa, perché ancora oggi la
memoria di quelle vittime viene
offesa e oltraggiata in molti
stadi in Italia, ma questo vale
non solo per le vittime
dell'Heysel, ma per tutte le
vittime legate al calcio. Per
almeno 30 anni si è fatta poca
memoria e spesso fuorviante.
L'obiettivo della nostra
associazione è portare avanti la
memoria che non può prescindere
dalla verità storica e
processuale di quei fatti. La
verità sull'Heysel è una sola,
gli hooligans sono gli assassini
materiali di quella strage,
perché provocano la morte di 39
persone e centinaia di feriti
nel settore Z. Però la Uefa e le
autorità del Belgio sono i
mandanti morali di quella
strage, perché la Uefa è
responsabile di una serie di
gravi negligenze
nell'organizzazione di
quell'evento, a cominciare dalla
scelta dello stadio, fatiscente
e non adeguato ad ospitare una
finale di Coppa dei Campioni,
perché la gestione dei biglietti
è a dir poco scellerata, basti
pensare che nel settore Z non
devono finire famiglie e tifosi
italiani, ma ci finiscono.
Quello era un settore neutrale,
dove dovevano esserci tifosi non
italiani. Una strage annunciata
come ha scritto Francesco
Caremani nel suo libro.
L'associazione rinasce dopo la
storica prima associazione che
si costituì qualche mese dopo la
tragedia e che fu fondata da mio
nonno, Otello Lorentini che con
quell'associazione ha portato
avanti un processo che è durato
oltre sei anni, due gradi di
giudizio più la Cassazione".
09:55
- L’Heysel 30 anni dopo: Il
valore della Memoria, il dovere
della verità. L’ "Associazione
fra i Familiari delle Vittime
dell’Heysel", in occasione del
30° Anniversario della Strage di
Bruxelles, ringrazia
pubblicamente la Presidenza del
Consiglio Regionale del Piemonte
e della Consulta Regionale dei
Giovani per il patrocinio alla
Commemorazione che si terrà il
29 maggio 2015 alle 15.30 presso
la Sala Viglione nella sede del
Consiglio Regionale Piemonte,
Palazzo Lascaris, in via Alfieri
15 a Torino (Zona Centro vicino
a Piazza Castello). La
manifestazione, ispirata al
valore della Memoria e al dovere
della Verità, sancita dai fatti
storici e dalle sentenze
processuali, sarà aperta dagli
interventi di Alessandro
Benvenuto, Consigliere Regionale
e Presidente della Consulta
Regionale dei giovani e di
Andrea Lorentini, Presidente
dell’ "Associazione fra i
familiari vittime dell’Heysel" e
impreziosita dalle testimonianze
di alcuni familiari nel ricordo
dei propri cari. A seguire il
reading del monologo teatrale
"HEYSEL: IO SONO LA MEMORIA -
LETTERA DA BRUXELLES" di
Domenico Laudadio, membro
dell’associazione e custode del
museo virtuale multimediale
Saladellamemoriaheysel.it. Il
racconto, interpretato da
Francesca Cassottana, giovane
attrice laureata alla scuola
d’arte drammatica "Paolo Grassi"
di Milano, ripercorre le fasi
del dramma raccontando le fasi,
le cause e le responsabilità
della tragedia. Al termine della
rappresentazione teatrale
accompagnato dal contributo
d’immagini e video di repertorio
si aprirà un dibattito fra i
giornalisti e il pubblico
presente in sala al fine di
ricordare e comprendere. Saranno
tra i graditi ospiti
dell’Associazione, Massimo Pavan
(Vicedirettore di Tuttojuve.com),
Darwin Pastorin (Giornalista e
scrittore), Francesco Caremani
(Giornalista, scrittore e
autore del libro: "Heysel Le
verità di una strage
annunciata"), Nereo Ferlat
(Sopravvissuto alla tragedia ed
autore del libro "L’ultima
Curva"). Conclusa la cerimonia,
L’"Associazione fra i Familiari
delle Vittime dell’Heysel" si
unirà alla Juventus Football
Club per la celebrazione della
Messa in suffragio dei caduti di
Bruxelles, alle ore 19.30 nella
Chiesa "Gran Madre di Dio". In
tarda serata Andrea Lorentini e
Francesco Caremani alle 22.30
saranno ospiti della
trasmissione Rai "Zona 11" di
Marco Mazzocchi, dedicata al
Trentennale dell'Heysel.
Fonte:
Tuttojuve.com
Video: Associazionefamiliarivittimeheysel.it
©
|
|
|
|
HEYSEL - Oggi
l'iniziativa dell'associazione familiari
di
Enzo Ricchiuti
Intervista di Enzo Ricchiuti ad
Annamaria Licata, tifosa e
membro Associazione Familiari
vittime dell'Heysel, che ci
informa dell'iniziativa in
programma oggi pomeriggio a
Torino, organizzata
dall'associazione.
Cosa
succede il 29 maggio a Torino ?
"C'è
il trentennale dell'Heysel… e
noi come Associazione familiari
vittime dell'Heysel… abbiamo
organizzato un evento in memoria
delle vittime... il tutto tra
mille difficolta e in alcuni
casi pure ostracismi più o meno
velati…""C'è il trentennale
dell'Heysel… e noi come
Associazione familiari vittime
dell'Heysel… abbiamo organizzato
un evento in memoria delle
vittime... il tutto tra mille
difficolta e in alcuni casi pure
ostracismi più o meno velati…".
Chi è
Lorentini ?
"Lorentini
è il figlio di Roberto Lorentini
il medico morto per salvare
Andrea. Il piccolo Andrea. E
nipote di Otello Lorentini".
C'è
qualcuno che s'è preso la briga
di ostracizzare persone così ?
"Sì sì
e si sono pure impegnati…".
Risultati pochi vedo.
"Alla
fine… noi siamo andati avanti lo
stesso nonostante tutto e
abbiamo per fortuna trovato
anche sostegno e collaborazione.
C'è chi ci ha scaricato, perché
comunque l'Heysel ancora crea
problemi… come il comune di
Torino, anzi più giusto dire
come il sindaco di Torino, che
tramite un assessore ci ha fatto
sapere, a due settimane
dall'evento…che non poteva
sostenere la nostra richiesta,
come invece fatto l'anno prima e
come ci aveva detto avrebbe
fatto anche quest'anno…perché se
non c'era la condivisione della
Juve, sarebbe stato imbarazzante
per loro, inteso come Comune,
darci voce e spazio. Insomma
quasi una scelta politica… fermo
restando che un no da
un'istituzione dovrebbe essere
motivata diversamente, ad un
cittadino. Se poi quel cittadino
è Andrea Lorentini, figlio di
Roberto Lorentini morto da
eroe…a maggior ragione la
motivazione dovrebbe avere uno
spessore e una logica diversa. E
soprattutto dovrebbe rispettare
le regole di ingaggio
istituzione-cittadino. Per
fortuna che c'è stato, chi
invece si è adoperato al massimo
con la giusta sensibilità e
attenzione… e di questo
ringrazio e ringraziamo come
associazione il Consiglio
Regionale del Piemonte e il
Presidente della Consulta dei
Giovani, che in una settimana ci
hanno offerto il loro aiuto e ci
hanno concesso oltre al
patrocinio, anche una sede
adeguata e all'altezza
dell'evento. Anche se quello a
cui hanno dovuto assistere i
familiari in questi ultimi tre
mesi, grida vendetta. Ma per
fortuna in Italia paese di
vassalli, puttane, politici
senza scrupoli… ci sono anche
persone rette, di indubbia
moralità e con qualche
principio".
Avete
invitato anche quelle ?
"Quelle chi ? Le puttane o la
parte per bene che combatte
tutti i giorni in un paese che
non li merita ?".
Il presidente Agnelli avrà il
posto accanto al sindaco e a
Lorentini ?
"Alla
Messa forse, da noi non credo
che verrà, anche se noi lo
abbiamo invitato. Non hanno
voluto condividere il nostro
Monologo, dato di fatto
riconosciuto dallo stesso
Presidente e forse nemmeno
volevano si facesse, senza di
loro, ma questo lo aggiungo io".
E'
così brutto ? Il monologo
ovviamente, non il pres.
"No
era troppo vero e troppo legato
ai fatti e a quanto successe
quella maledetta sera".
Cos'è
che vorrebbero, il lieto fine ?
"No,
solo ricordare i morti ma senza
ricordare i fatti, le
responsabilità e la verità, come
invece ha fatto splendidamente
il docufilm di Repubblica,
pubblicato ieri sul sito e che
ha avuto credo un grande
successo di condivisione… il
nostro copione è sullo stile del
docufilm ovviamente recitato in
un monologo…senza immagini… ma
il filo conduttore è lo stesso".
Quando
dici che non vorrebbero
ricordare le responsabilità,
intendi che non vorrebbero
ricordare le responsabilità
anzitutto Juve ?
"No.
In generale. Loro vogliono solo
ricordare. Noi invece vogliamo
parlare e raccontare la verità
altrimenti continueremo ad
ammazzarci negli stadi senza
aver imparato mai nulla…e
rimanendo ad aggiornare il
pallottoliere dei morti per una
partita di calcio. E' come se ad
un Ebreo gli si chiedesse di
onorare i propri morti ma senza
raccontare della Shoah, senza
dire come sono morti e
perché...ma solo che sono
morti".
Insomma, racconterebbero la
storia dalla fine come se i 39
li avesse sorpresi un fulmine.
Non vogliono il perché, voi
perché si, per condannarli ?
"No…
la verità non serve a
condannare… soprattutto se la si
racconta trent'anni dopo. A
processi fatti e finiti… La
verità serve a prevenire che
possano risuccedere tragedie
simili. E serve ai familiari
delle vittime, per poter
sopravvivere al loro dolore… e
ad una perdita, ancora ad oggi
senza senso. Dovuta
all'incapacità... la
disorganizzazione… e al
business, e a tutto quello che
si poteva sbagliare quella sera…
tutto. Organizzata male, portata
avanti peggio, conclusa nella
vergogna. La Juve non ne fu
responsabile… la Juve in tutto
questo inizialmente fu vittima
anche lei, in qualche modo, ma
nella gestione del post partita…
e del post tragedia… ha qualcosa
da chiedersi…".
Qual è
il programma ?
"Si
parte con i saluti istituzionali
da parte del Consiglio Regionale
e la presentazione dell'evento
insieme al Presidente
dell'Associazione dei familiari,
ci saranno testimonianze dei
familiari in ricordo dei loro
cari, il famoso quanto mai
discusso monologo con un'attrice
piemontese d'adozione. Sarà una
cosa particolare fidatevi.
Cercheremo di riprenderlo per
poi posarlo sul web. Infine un
dibattito tra i nostri ospiti,
giornalisti e scrittori che
hanno deciso di aderire. E chi
tra il "pubblico" vorrà
capire…raccontare e comprendere.
Un evento molto equilibrato e
tranquillo voluto dai familiari
per ricordare e raccontare. E
come tale sarebbe dovuto essere
rispettato maggiormente e magari
sostenuto invece che
sottaciuto".
Sembra
una cosa molto anni '60. Tutti
che possono parlare, alla pari.
Non c'è neanche un addetto
stampa che riscriva gli
interventi ?
"No
no... quale addetto stampa… si
parlerà con il cuore ... non con
le veline".
Non
con le veline che danno la linea
e neanche col prete che dia
l'assoluzione. Parlerete con le
coscienze, sfido che vi danno
buca.
"Eh
beh… non tutti vogliono
sentirle. Troppo faticoso...
bisogna impegnarsi poi per
capire. Bisogna pure mettersi in
gioco".
Chi
sono i giornalisti che hanno
accettato ?
"Ancora stiamo attendendo
conferme…ma al momento posso
dirvi Massimo Pavan
vicedirettore di Tuttojuve...
Darwin Pastorin… Francesco
Caremani autore del libro
"Heysel: le verità di una strage
annunciata"... Per altri stiamo
aspettando conferma…".
La
giornalista napoletana Anna
Trieste ha scritto sul
napolista.it "gli juventini sono
la sfaccimma della gente".
"Per
lei come per altri chiediamo
rispetto per i morti dell'Heysel
dopo aver festeggiato la coppa.
"Per chiunque parli… la colpa di
pochi non può essere una
condanna per tutti. Soprattutto
se fra quei "tutti" ci sono
anche 39 morti".
Fonte: Juventibus.com © 29
maggio 2015
Fotografia:
Associazionefamiliarivittimeheysel.it
©
|
|
|
|
Heysel
30 anni dopo: Il valore della Memoria,
il dovere della verità
L’
"Associazione fra i Familiari
delle Vittime dell’Heysel", in
occasione del 30° Anniversario
della Strage di Bruxelles,
ringrazia pubblicamente la
Presidenza del Consiglio
Regionale del Piemonte e della
Consulta Regionale dei Giovani
per il patrocinio alla
Commemorazione che si terrà il
29 maggio 2015 alle 15.30 presso
la Sala Viglione nella sede del
Consiglio Regionale Piemonte,
Palazzo Lascaris, in via
Alfieri 15 a Torino (Zona Centro
vicino a Piazza Castello). La
manifestazione, ispirata al
valore della Memoria e al dovere
della Verità, sancita dai fatti
storici e dalle sentenze
processuali, sarà aperta dagli
interventi di Alessandro
Benvenuto, Consigliere Regionale
e Presidente della Consulta
Regionale dei giovani e di
Andrea Lorentini, Presidente
dell’ "Associazione fra i
familiari vittime dell’Heysel" e
impreziosita dalle testimonianze
di alcuni familiari nel ricordo
dei propri cari. A seguire il
reading del monologo teatrale
"HEYSEL: IO SONO LA MEMORIA -
LETTERA DA BRUXELLES" di
Domenico Laudadio, membro
dell’associazione e custode del
museo virtuale multimediale
Saladellamemoriaheysel.it. Il
racconto, interpretato da
Francesca Cassottana, giovane
attrice laureata alla scuola
d’arte drammatica "Paolo Grassi"
di Milano, ripercorre le fasi
del dramma raccontando le fasi,
le cause e le responsabilità
della tragedia. Al termine della
rappresentazione teatrale
accompagnato dal contributo
d’immagini e video di repertorio
si aprirà un dibattito fra i
giornalisti e il pubblico
presente in sala al fine di
ricordare e comprendere. Saranno
tra i graditi ospiti
dell’Associazione, Massimo Pavan
(Vicedirettore di Tuttojuve.com),
Darwin Pastorin (Giornalista e
scrittore), Francesco Caremani
(Giornalista, scrittore e
autore del libro: "Heysel Le
verità di una strage
annunciata"), Nereo Ferlat
(Sopravvissuto alla tragedia ed
autore del libro "L’ultima
Curva"). Conclusa la cerimonia,
L’"Associazione fra i Familiari
delle Vittime dell’Heysel" si
unirà alla Juventus Football
Club per la celebrazione della
Messa in suffragio dei caduti di
Bruxelles, alle ore 19.30 nella
Chiesa "Gran Madre di Dio". In
tarda serata Andrea Lorentini e
Francesco Caremani alle 22.30
saranno ospiti della
trasmissione Rai "Zona 11" di
Marco Mazzocchi, dedicata al
Trentennale dell'Heysel.
Fonte: AssociazionefamiliarivittimeHeysel.it ©
28 maggio 2015
Video: Arezzoora.it ©
|
|
|
|
A Torino,
trentennale dell'Heysel
Venerdì 29 maggio 2015 a Torino,
in via Alfieri 15, a partire
dalle ore 15,30 presso la Sala
Vignone di Palazzo Lascaris
(sede del Consiglio Regionale
del Piemonte) l’Associazione fra
i Familiari delle Vittime
dell’Heysel e la Consulta
Regionale dei Giovani
presentano: 29 Maggio 1985
Heysel: Il Valore della Memoria,
il Dovere della Verità.
Apertura dell'evento, con
l’introduzione di Alessandro
Benvenuto (Consigliere
Regionale, Presidente della
Consulta Regionale dei Giovani)
e Andrea Lorentini (Presidente
Associazione fra i Familiari
delle Vittime dell’Heysel).
Associazione fra i Familiari
delle Vittime dell’Heysel:
impegni e obiettivi. Intervento
del Presidente, sul valore della
memoria, della verità e della
lotta ad ogni forma di violenza.
Seguiranno interventi di altri
familiari in nome e nel ricordo
dei loro cari.
Monologo teatrale: Heysel "Io
sono la Memoria" - Lettera da
Bruxelles Ideato e scritto da
Domenico Laudadio, membro
dell’associazione. Basato sul
racconto di quella serata. Il
dramma, la morte e le cause di
quella tragedia. Un percorso
della memoria, attraverso
l’inferno dell’Heysel e di quel
maledetto 29 maggio 1985.
Interpretato da Francesca
Cassottana, giovane attrice,
milanese di nascita e laureata
alla scuola arte drammatica di
Milano e Piemontese d’adozione,
dove svolge la sua attività di
attrice.
Dibattito interattivo: "L’Heysel
30 anni dopo: il valore della
Memoria, il dovere della
verità". Giornalisti e scrittori
dibatteranno con il pubblico
presente, per capire e
ricordare. Tra i vari ospiti,
Darwin Pastorin (giornalista e
scrittore), Massimo Pavan
(vicedirettore di Tuttojuve.com),
Francesco Caremani (giornalista
e scrittore, autore del libro:
Heysel - Le verità di una strage
annunciata), Nereo Ferlat
(sopravvissuto miracolosamente a
quella tragedia e autore del
libro: "L’ultima curva", e altri
ancora...
Com'è
noto, alle 19,30 è poi prevista
la Messa in suffragio delle
vittime dell’Heysel, organizzata
da Juventus Football Club e dal
Comune di Torino nella basilica
"Gran Madre di Dio".
Fonte: Blog.ju29ro.com © 27 maggio 2015
Fotografia: AssociazionefamiliarivittimeHeysel.it
|
|
|
|
Lorentini e
Caremani ospiti di Rai Sport
Heysel, 30 anni dopo: applausi,
cartelli e commozione a Torino
di
Mattia Cialini
Un +39
gigantesco per zittire la
stupidità di chi, in passato, ha
inneggiato alla tragedia. E’ il
39esimo minuto di
Juventus-Napoli quando
fioriscono in curva Scirea
migliaia di cartelli con i nomi
delle vittime. Perché 39 non
resti solo un numero, quello dei
morti (32 italiani e 7
stranieri) della folle notte
dell’Heysel: sono passati 30
anni e l’oblio sarebbe il torto
più grande. Dietro quel numero
ci sono 39 volti, 39 storie, 39
tragedie familiari. Lo Juventus
Stadium, ieri in occasione
dell’ultima partita casalinga
stagionale dei bianconeri in
Serie A, ha voluto ricordare
tutti i nomi delle vittime di
quella drammatica finale di
Coppa dei Campioni perché, come
scritto in uno striscione:
"Nessuno muore veramente se vive
nel cuore di chi resta". Tra i
nomi innalzati al cielo di
Torino anche quello dei due
aretini Giuseppina Conti, morta
a 16 anni, e Roberto Lorentini,
eroico medico 31enne e padre di
Andrea, che è l’attuale
presidente dell’Associazione dei
familiari delle vittime: "Ero
stato sommariamente informato
della coreografia – dice Andrea
Lorentini – ho ringraziato a
nome dell’associazione la curva
Sud dello Juventus Stadium per
la bella iniziativa. E’ stato un
momento molto toccante e
significativo, perché 39 non
resti un numero senza
significato".
L’associazione, fondata da
Otello Lorentini, padre di
Roberto e nonno di Andrea, è
stata da poco riattivata.
Un’associazione che negli anni
si è battuta strenuamente per
tirar fuori la tragedia dal
dimenticatoio.
"E’ così. Mio nonno ha ottenuto
importanti successi, anche
legali. La responsabilità
attribuita (anche) all’Uefa per
quel che accadde il 29 maggio
1985 è una vittoria della sua
caparbietà. Ha fatto
giurisprudenza".
Con la società juventina c’è
stato un riavvicinamento ?
"Sì, negli ultimi 5 anni
qualcosa si è mosso per merito
dell’attuale presidente Andrea
Agnelli. In passato la Juventus
si era chiusa nel silenzio,
volendo considerare la Coppa dei
Campioni dell’85 solo come un
successo sportivo".
Dopo 30 anni è arrivato il
momento di una memoria condivisa
?
"L’atteggiamento della società è
cambiato: dalla chiusura totale
alla collaborazione nelle
iniziative a ricordo degli
eventi. Purtroppo l’Heysel crea
ancora imbarazzi alla Juve, che
vorrebbe edulcorare gli
avvenimenti. Avremmo voluto
mettere in piedi uno spettacolo
teatrale sulla vicenda, per
ricostruire davvero quel che
accadde: dalla disorganizzazione
che portò migliaia di hooligan
inferociti alla carica, alle
condizioni fatiscenti dello
stadio. Non è stato possibile
farlo assieme alla società".
Tra quattro giorni ricorrerà il
30° anniversario della strage,
cosa farete come associazione ?
"Dalle 16 alle 18 saremo a
Torino, al consiglio regionale
del Piemonte, per un momento di
riflessione. Sarà letta anche
una lettera di Domenico
Laudadio, custode della memoria
dell’Heysel. Alle 19,30 ci sarà
una cerimonia religiosa nella
chiesa Grande Madre di Dio, una
messa a cui parteciperanno anche
rappresentati della Juventus.
Infine alle 22,30 sarò ospite di
Rai Sport per una trasmissione
speciale sull’Heysel. Con me ci
sarà anche Francesco Caremani,
giornalista che ha scritto il
libro "Heysel, la verità di una
strage annunciata".
Fonte: Arezzonotizie.it © 24 maggio 2015
Tweet:
Associazionefamiliarivittimeheysel.it
©
|
|
|
|
Heysel
1985-2015, il ricordo 30 anni dopo
Andrea
Lorentini: "E' giusto non
dimenticare e fare memoria"
Andrea
Lorentini: "Un anniversario
importante, trent’anni sono
tanti, ma dopo tutto questo
tempo è ancora giusto ricordare
e fare memoria nella maniera
corretta, quindi non
prescindendo da quelle che sono
state le verità
storico-processuali su quella
tragedia, Arezzo ha pagato un
prezzo troppo alto, perché ha
perso due concittadini, Roberto
Lorentini e Giuseppina Conti, è
per questo che domani, noi
dell’Associazione fra i
familiari delle vittime saremo a
Torino per una serie di
iniziative. Ricordare significa
anche riflettere e soprattutto
cercare di migliorare la cultura
sportiva, visto che purtroppo
s’è fatto sempre troppa poca
memoria sull’Heysel, e questa è
stata anche una delle cause che
oggi in Italia, c’è una cultura
sportiva molto distante da
quella che dovrebbe essere in un
paese come il nostro e quindi
nel nostro piccolo, come
associazione, voglia contribuire
a migliorarla. Dei tanti libri
che sono usciti sulla strage
dell’Heysel, l’unico che come
associazione riconosciamo è
quello di Francesco Caremani,
perché un’inchiesta
giornalistica che spiega le
dinamiche che hanno portato a
quella tragedia, gli hoolingans
sono gli assassini materiali che
provocarono 39 vittime, però a
monte il colpevole è l’UEFA, che
decise di far giocare quella
finale in uno stadio fatiscente
e le autorità belghe che non si
dimostrarono all’altezza nella
gestione dell’ordine pubblico, e
nel libro sono raccontate tutte
queste dinamiche in modo
dettagliato. E grazie
all’associazione dei familiari
delle vittime e ad Otello
Lorentini, l’UEFA fu condannata
al processo e da allora ha le
responsabilità degli eventi che
organizza. Noi, come
associazione, non ci fermeremo a
questo trentennale e faremo sì
che i riflettori rimangano
sempre accesi su questa
vicenda".
Fonte: Arezzoora © 8
maggio 2015
Fotografie:
Il Tirreno © AssociazionefamiliarivittimeHeysel.it
©
|
|
|
|
|
EVENTI ASSOCIAZIONE
2015-2024
|
|
|