ANNIVERSARIO
STRAGE HEYSEL BRUXELLES
F.I.G.C.
STADE "ROI BAUDOUIN"
BRUXELLES
12- 13. 11. 2015
Ritiro simbolico Maglia 39
Nazionale
in Memoria Vittime
Heysel
Amichevole calcistica Belgio-Italia
Bruxelles 13.11.2015:
incontro con Andrea Lorentini
Dario Ricci,
Radio Olympia, 22.11.2015
Bruxelles, Heysel, 1985-2015:
incontro con Andrea Lorentini
Sono passati 30 anni, da quella
notte di fine maggio che cambiò il volto del calcio europeo.
Bruxelles, stadio Heysel, Juventus-Liverpool, finale di Coppa
di Campioni: doveva essere la festa del calcio, ma la furia
degli hooligans inglesi, l'impreparazione e gli errori di Uefa
e polizia belga, il crollo del muretto contenitivo del settore
Z la trasformarono in tragedia: 39 vittime, in gran parte tifosi
bianconeri.
A 30 anni da quella notte dolente
e amara Olympia è tornata a Bruxelles, in quello che oggi è
lo stadio dedicato a Re Baldovino, in occasione dell'amichevole
tra Italia e Belgio. Una gara voluta dalla Federcalcio per dar
seguito alla proposta dell'associazione dei famigliari delle
vittime dell'Heysel: ritirare simbolicamente la maglia azzurra
numero 39, che rimarrà così a ricordare per sempre chi in quello
stadio avrebbe voluto vivere una serata di sport, e vi trovò
invece la morte.
Sugli spalti del "Re Baldovino
- ex Heysel" abbiamo incontrato il presidente dell'associazione,
Andrea Lorentini. Andrea, in quella maledetta notte, perse il
papà Roberto, morto nel tentativo di salvare una bambina (NdR:
un bambino, secondo alcune testimonianze ufficiose Andrea Casula);
al suo fianco il nonno Otello, che negli anni successivi divenne
il motore primo del processo che, inchiodando l'Uefa alle sue
responsabilità, ha riscritto la storia del calcio europeo, imponendo
nuovi standard di sicurezza ai grandi eventi calcistici continentali. "E'
vero, quel processo è forse l'eredità più importante di quella
notte maledetta - ricorda ancora oggi Andrea Lorentini - ma
dall'Heysel si deve ripartire anche per ricostruire, attraverso
il calcio e lo sport, valori forti e condivisi". "Tornare qui
a Bruxelles è sempre una grande emozione - sottolinea il presidente
dell'associazione dei famigliari delle vittime dell'Heysel:
tornare qui, ai piedi del settore Z, nel luogo che ha cambiato
il destino dei nostri cari e di tutti noi, provoca stordimento
e dolore, ma anche voglia di andare avanti, e dare un senso
alla morte di quelle persone...".
Fonte: Radio24.ilsole24ore.com
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22 novembre 2015
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30° F.I.G.C. a Bruxelles: Andrea Lorentini
Nicola De Bonis (Stile Juventus
16.11.2015)
Belgio-Italia, al 39' il
ricordo dell'Heysel
Trapattoni: "La mia pagina più nera"
Le due squadre hanno rallentato
il gioco fino a fermarlo per trenta secondi, mentre sul maxischermo
dello stadio "Re Baldovino" scorrevano i nomi dei 39 tifosi morti
nella tragedia di 30 anni fa, e tutto lo stadio applaudiva.
BRUXELLES - "È stata la pagina più nera
della mia carriera, una delle più nere dello sport. Mai più deve
accadere una cosa del genere". Così un commosso Giovanni Trapattoni,
commentatore Rai a Bruxelles per l'amichevole Belgio-Italia, che
30 anni fa da allenatore della Juventus visse in prima persona la
tragedia dell'Heysel nella finale di Coppa dei Campioni 1985 contro
il Liverpool. RICORDO - Grande commozione in campo nell'amichevole
tra Belgio e Italia. Le due formazioni abbracciate a centrocampo,
tenendo per mano un grande striscione nero con su scritto in inglese:
"Non dimenticheremo mai". È la prima immagine del match, in ricordo
della strage dell'Heysel, 30 anni dopo. Sulle tribune un'altra grande
scritta, stavolta in italiano: "Heysel 29-5-85: nessuna persona
è morta finché vive nel cuore di chi resta". Al 32° minuto la partita
è stata interrotta per ricordare le vittime dell’Heysel. Le due
squadre hanno rallentato il gioco fino a fermarlo per trenta secondi,
mentre sul maxischermo dello stadio "Re Baldovino" scorrevano i
nomi dei 39 tifosi morti nella tragedia di 30 anni fa, e tutto lo
stadio applaudiva. Tanti applausi e molta emozione da parte di tutti
i 40 mila spettatori dello stadio belga. I giocatori hanno fermato
il gioco e si sono uniti all'applauso. Tra i tifosi della curva
belga è comparso uno striscione con scritto: "29-5-85 non abbiamo
dimenticato". E sui maxischermi è comparso l'elenco dei nomi di
chi quel giorno ha perso la vita, schiacciato dalla furia ultrà. MEMORIA - Le 4 Coppe del Mondo in esposizione
ed un ricordo alle vittime dell'Heysel. La vigilia del match tra
Belgio e Italia a Bruxelles ha vissuto un momento di raccoglimento
e di celebrazione all'Ambasciata italiana della capitale belga.
"Ricordiamo le 39 vittime" della finale di Coppa Campioni del 1985,
ha affermato il nuovo ambasciatore Vincenzo Grassi. L'ambasciatore
ha poi voluto sottolineare anche i successi sportivi degli azzurri,
dalla prima Rimet del 1934 all'ultima finale di Berlino del 2006,
passando anche per i momenti sportivamente meno felici del calcio
italiano, "come i 15 secondi che mancavano" per vincere l'europeo
del 2000, giocato proprio tra Belgio ed Olanda, e perso contro la
Francia al golden goal. L'evento, realizzato grazie alla cooperazione
dell'Ice e che ha visto la partecipazione del Presidente della Federazione
Italiana Giuoco Calcio Carlo Tavecchio e di diversi eurodeputati,
si inserisce nella serie di atti che accompagnano la nazionale nelle
sue trasferte quale occasione di promozione del Made in Italy. "Accompagniamo
con le nostre eccellenze gli azzurri", ha infatti ricordato il Presidente
dell'Ice Riccardo Maria Monti.
Fonte: Tuttosport.com
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novembre 2015
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L’Heysel, gli azzurri e la memoria:
ecco
cosa succederà al 39’ di Belgio-Italia
di Emilio Targia
Oggi al minuto 39’ di Belgio-Italia
la partita verrà interrotta per ricordare le vittime dell’Heysel.
Il giornalista e scrittore Emilio Targia, autore di "Quella notte
all’Heysel", spiega perché quell’interruzione deve lasciare qualcosa.
"Di partite interrotte ce ne ricordiamo
tante. Per una bislacca invasione di campo, per una monetina nell’occhio
dell’arbitro, per gli scontri sugli spalti, per una nevicata infernale.
Ma stasera l’interruzione della partita amichevole della nazionale
di calcio di Conte a Bruxelles contro il Belgio, prevista al minuto
39 del primo tempo, avrà un sapore diverso. Sarà un fermo-immagine,
un attimo simbolico. Uno dei giocatori azzurri butterà fuori la
palla e fermerà il tempo. E la partita. Proiettandoci all’indietro
di 30 anni. Per ricordare i 39 morti della strage in quello stesso
stadio. Ora si chiama "Re Baldovino", ma è inutile. Per tutti sarà
sempre e solo lo stadio Heysel. Lo stadio della vergogna. Dove incapacità,
violenza, superficialità e irresponsabilità pretesero un prezzo
altissimo. Oltre a quei morti, i 600 feriti, e un numero immenso
di persone segnate per sempre nell’anima.
E’
certamente da apprezzare il fatto che la Federazione di Tavecchio
insieme agli azzurri abbia deciso di dedicare questa amichevole
in terra belga al ricordo di quella notte sciagurata. Importante
che il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime,
Andrea Lorentini, sia presente a Bruxelles. Suo padre, medico, diede
la vita nel tentativo estremo di salvarne altre, quella sera, all’Heysel.
Bello vedere Giorgio Chiellini con un mazzo di fiori di fronte alla lapide commemorativa posta dove prima sorgeva il settore "Z" della
curva maledetta. Commovente vedere Buffon abbassare gli occhi e
poi inginocchiarsi, di lato, quasi di nascosto, come un gesto privato,
di fronte a quel luogo di dolore incancellabile. E’ bello sapere
che la maglia azzurra "39" verrà ritirata, con un gesto forte (anche
se devo confessare che mi sarebbe piaciuto ancora di più che invece
venisse indossata in futuro con un + davanti da alcuni giocatori
azzurri, a rotazione, in qualche amichevole). Ma credo che per dare
ancora più valore a questi importanti attimi simbolici, occorra
che divengano un punto di partenza e non di arrivo. Occorre che
quei gesti, questa partita, incentivino e stimolino un percorso
di memoria costante, solido, attento, scrupoloso. E che non siano
solo una pur bella e toccante celebrazione di un ricordo, ma senza
un seguito all’altezza. Perché la durata è la forma delle cose.
Mi viene in mente una bella frase di Silvia Maronato, una delle
animatrici di "Erto Incanto", la maratona oratoria che si è tenuta
quest’anno sotto la diga del Vajont: "occorre istigazione alla memoria".
Rende bene l’idea. Perché poi, quel prezioso patrimonio di attenzione
che la partita di stasera provocherà, non deve andare disperso.
La "memoria" dev’essere un impegno, un cimento quotidiano, negli
angoli delle nostre vite, nei "tempi" nascosti del nostro vivere.
A scuola, al bar, all’Università. In una cena in famiglia, nella
prossima partita, dentro a un talk televisivo… Mi piace pensare
alla manutenzione della memoria come ad un lavoro in cui sporcarsi
le mani quotidianamente, tra grasso e bulloni, e viti e colla e
vernice. Perché è poi anche attraverso la cura quotidiana e meticolosa
del ricordo che passa la vita della memoria. Banalmente, si potrebbe
cominciare col sostituire le lampadine fulminate vicino alla lapide
commemorativa allo stadio Heysel. Perché senza memoria, assomiglieremmo
tutti a quelle lampadine rotte. Saremmo luci spente".
Fonte: Tuttosport.com
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© Emilio Targia
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Heysel, la memoria del male
"C'è
ancora chi oltraggia i morti"
di Francesco Saverio Intorcia
Ritorno nello stadio ristrutturato
dopo la tragedia dell'85. Presto sarà demolito. Fiori ed emozione
tra gli azzurri. Buffon: "Questo luogo serva da insegnamento".
Bruxelles
- La meridiana disegnata da Patrick Rimoux sembra una lancia piantata
nel costato di uno stadio che non vuole ricordare, ma solo cancellare
i ricordi, anzi, annientare se stesso. Sono serviti vent'anni dalla
tragedia dell' Heysel per inaugurarne, il 29 maggio 2005, un degno
memoriale: trentanove lampadine rosse incastonate nella pietra,
altrettante che fanno luce fioca dal pavimento, a ricordare le vite
sbriciolate nel settore Z. Nessuno però sostituisce quelle
fulminate, un enorme cavo elettrico rosso giace abbandonato sul
pavimento, e sotto la lapide che elenca 39 nomi in gelido ordine
alfabetico, da Acerra Rocco a Zavaroni Claudio, non c'è neppure
un fiore, ma solo rotoli di manifesti pubblicitari, dimenticati
su una cassetta di legno. Del vecchio Heysel, battezzato come la
collina su cui è adagiato, resta in piedi l'ingresso principale,
inglobato ora nel manto di mattoni rossi di quest' impianto ricostruito
nel '95 e intitolato a Re Baldovino, per voltare pagina. All'ingresso
dell'ex settore 2, ci sono gli uffici delle giovanili dell'Anderlecht
e qui Jan Heirreweshe Paul, 71 anni, barba incolta bianca e tuta
sociale, apre la porta ai cronisti: "Io ero qui, quei giorno. Lavoravo
nel Racing, dovevamo fornire i raccattapalle per la finale: scelsi
22 ragazzini, allora c'era un solo pallone. Eravamo negli spogliatoi
quando abbiamo sentito un tonfo, i bambini corsero fuori per la
curiosità, io li raccolsi e pensai a metterli in salvo, smistandoli
sulle auto dei genitori che intanto accorrevano disperati. Uno arrivò
che suo figlio era già andato via: furioso, mi sferrò un pugno,
ma il giorno dopo si scusò con una bottiglia di vino. Gli ultimi
bambini li portai a casa mia, abito qui vicino: mi seguirono tre
ragazzi Italiani del Sud, chiesero di fare una doccia e telefonare
a casa, e per sdebitarsi insistettero a lasciarmi dei soldi, come
regalo a mia figlia, dissero. Tornai allo stadio, negli spogliatoi
tanti Italiani scalzi e col sangue addosso chiedevano un telefono
e un po' d'acqua. Conosco l'Heysel da una vita, non si doveva organizzare
una finale qui. Ma dopo gli scontri, bisognava giocare: c'era la
guerra, sono state evitate conseguenze peggiori. All'arrivo, ieri, la Nazionale
ha visitato il luogo della tragedia. Buffon e Chiellini hanno deposto
un mazzo di fiori. Oggi al 39' La partita verrà interrotta dai giocatori
(di fatto, non ufficialmente) buttando il pallone fuori. "Vivere
questo luogo e questa realtà deve servire d'insegnamento, in Italia
si fanno ancora cori e striscioni sull'Heysel che derivano dalla
non conoscenza della tragedia", ammonisce Buffon. Emozionato Antonio
Conte, che da giocatore compi lo stesso gesto prima di Belgio-Italia
all'Europeo 2000. Commosso Carlo Tavecchio, ha deposto la maglia
azzurra numero 39. simbolicamente ritirata dopo la petizione dei
familiari delle vittime, e non ha trattenuto le lacrime abbracciando
Francois De Koeranaecker, capo della federazione belga: "La memoria
deve recepire un momento drammatico per trasferirlo nel recupero
della cultura sportiva. Il futuro dev'essene l'abolizione delle
barriere in tutti gli stadi". Andrea Lorentini che nella tragedia
perse il padre Roberto, medico morto per soccorrere un altro tifoso
è il presidente dell'Associazione familiari delle vittime e chiede
sanzioni esemplari per chi allo stadio offende i morti, non solo
quelli dell'Heysel. Altri tifosi propongono di aggiungere un piccolo
simbolo a quella coppa in bacheca, per non dimenticare. "Ma certe
cose vanno fatte subito o non si fanno più, vale anche per il ritiro
della maglia di mio marito", dice Mariella Scirea, la vedova di
Gaetano. L'amministrazione di Bruxelles un anno fa ha indetto l'appalto
sui terreni del nuovo stadio, che sorgerà dove una volta c'era il
parcheggio C dell'Heysel: 50mila posti estendibili a 60mila, da
inaugurare per l'Europeo itinerante del 2020. Per quella data, il
Re Baldovino verrà buttato giù per sempre, l'area fa già gola ai
palazzinari. I mattoni qui non hanno memoria.
Fonte: Repubblica
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La FIGC e gli Azzurri commemorano
le vittime dell'Heysel a 30 anni dalla tragedia
Una toccante cerimonia davanti
la lapide posta nella tristemente famosa curva Z ha aperto questa
sera a Bruxelles la commemorazione della tragedia dell’Heysel promossa
dalla FIGC in accordo con la Federazione belga in occasione dell’amichevole
Belgio - Italia prevista domani sera nello stadio denominato oggi
"Re Baldovino".
Alla vigilia di questa gara, a 30 anni
dalla finale di Coppa dei Campioni che costò la vita a 39 tifosi
per la maggior parte italiani, è stato reso un commosso omaggio,
davanti la lapide che ricorda perennemente le vittime di quel 29
maggio 1985 alla presenza della Nazionale italiana al completo guidata
dal CT Antonio Conte, dal Presidente della FIGC Carlo Tavecchio
con il Direttore Generale Michele Uva e la Responsabile della Commissione
federale per l’integrazione Fiona May, dal consigliere d’amministrazione
della Juventus Paolo Garimberti, da Mariella Scirea, vedova di Gaetano
capitano bianconero di quella sera, dai rappresentanti dell’Associazione
dei familiari delle vittime dell’Heysel guidati da Andrea Lorentini
e dal Presidente della Federcalcio belga François De Keersmaecker.
Dopo che il capitano della Nazionale Gigi
Buffon e Giorgio Chiellini hanno deposto un mazzo di fiori sotto
la lapide, il Presidente Tavecchio, con la signora Scirea e Lorentini
hanno simbolicamente ritirato la maglia della Nazionale n.39, che
è stata poi autografata da tutti i calciatori e sarà esposta al
Museo del calcio di Coverciano. "Ricordiamo oggi - ha commentato
il Presidente Tavecchio - una grande tragedia che non si deve più
ripetere. E' un monito per tutti quelli che trasformano lo sport
in tragedia. E' stata una iniziativa intelligente, perché non si
deve mai più morire di sport. Il calcio è gioia, è vita. Deve rimanere
quello. Siamo qui perché la memoria di quella tragedia rimanga sempre
viva". "L' immagine di mio marito mentre legge l' appello ai tifosi
quella sera - ha detto Mariella Scirea - è un' immagine che non
mi abbandona mai. E' la prima volta che sono qui, un fatto che ha
segnato tutti noi.
Ricordo ancora le notti insonni nelle settimane
dopo pensando a quello che era accaduto". Anche Lorentini, sottolinea
che nessuno dovrà mai scordare quello che è successo a suo padre,
medaglia al valore civile per aver tentato di salvare un bambino.
"Purtroppo quella stessa cultura di violenza, certi cori, esiste
ancora nei nostri stadi. E' importante non abbassare la guardia".
Questo stadio, erede dell' Heysel, presto sarà abbattuto. Per ricostruirne
un altro poco lontano. Le autorità belghe hanno assicurato che metteranno
una targa per ricordare la tragedia. "Vigileremo - conclude Garimberti
- come italiani, ma anche a livello diplomatico e federale che ciò
accada".
Sul ritiro simbolico della maglia numero
39 è intervenuto anche il ct Antonio Conte: "E' stato un momento
toccante, in cui sono tornato indietro. Ero già venuto qui a deporre
i fiori anche prima di un' altra partita. E' stato un momento particolare,
che tutti abbiamo vissuto con grande emozione. Se si ripensa a quello
che è accaduto, è qualcosa di incredibile e tragico e ci auguriamo
che esempi negativi possano servire perché non accadano più". La
commemorazione proseguirà domani prima e durante la gara: le due
squadre scenderanno in campo con uno striscione che ricorda la tragedia
("29-5-85 we’ll never forget") poi al 39’ del primo tempo tutto
lo stadio sarà invitato ad applaudire mentre i nomi delle 39 vittime,
tutti insieme, uno per uno, senza distinzioni di nazionalità o fede
calcistica, saranno ricordati sui led a bordo campo. MADE IN ITALY - Oltre al ricordo della
tragedia dell’Heysel, la FIGC ha promosso anche in questa trasferta
l’iniziativa "Made in Italy on the field", in base all’accordo siglato
con il Ministero dello Sviluppo Economico e ICE, l’Agenzia per la
promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane,
e volto allo sviluppo del Made in Italy nel mondo. Per l’occasione,
questa sera le quattro Coppe del Mondo vinte dagli Azzurri saranno
esposte all’Ambasciata d’Italia a Bruxelles durante un ricevimento
al quale prenderanno parte aziende e imprenditori locali, opinion
leader e rappresentanti dei media.
Fonte: Figc.it
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Video:
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La
Nazionale ricorda le vittime della tragedia di 30 anni fa
Commozione e fiori, l'omaggio all'Heysel
DALL'INVIATO A BRUXELLES - Anche se gli
hanno cambiato nome, Re Baldovino e non più Heysel, l'hanno rifatto
(malissimo), questo resta uno stadio orribile. E disturbante, per
la memoria di quel 29 maggio 1985, quando diventò la tomba di 39
tifosi, quasi tutti italiani e bianconeri, morti prima di Juventus
- Liverpool, finale di Coppa Campioni. Schiacciati e soffocati dalla
calca di quel settore Z, sotto i colpi degli hooligans inglesi rincretiniti
dall'alcol, con la connivenza decisiva della polizia belga e della
Uefa, incapaci di prevedere e provvedere. Prima di giocare, domani
sera contro il Belgio, ieri tutti gli azzurri hanno reso omaggio
alle vittime davanti alla lapide che ricorda quella notte. In silenzio,
soprattutto durante la camminata di Buffon e Chiellini, mentre andavano
a deporre il mazzo di fiori. C'è chi si fa il segno della croce,
come Bonucci, chi abbassa lo sguardo commosso, come Conte.
INTERVISTE
RAI
12. 11. 2015
Carlo Tavecchio
Andrea Lorentini
Paolo Garimberti
Mariella Scirea
Da Tavecchio alla Juve - Parla il presidente
della Federcalcio, Carlo Tavecchio, che simbolicamente ritira la
maglia azzurra numero 39, e parla Andrea Lorentini, 33 anni, che
qui perse suo papà, medico, morto cercando di aiutare un bambino
rimasto ferito sugli spalti. Ora Andrea è presidente dell'associazione
dei famigliari delle vittime e ne porta avanti l'esempio di altruismo:
"Questa è stata troppo a lungo una tragedia juventina - dice - perché
non si possono dimenticare gli striscioni con il 39 mostrati da
altre tifoserie. Invece è una tragedia italiana ed europea, e noi
dobbiamo tenerne vivo il ricordo". Un esercizio di memoria che sottoscrive
anche Gigi Buffon. E Paolo Garimberti, presidente dello JMuseum
e componente del cda bianconero: "La memoria è dolore, ma è una
fatica necessaria, perché ci serve da lezione. Per questo quando
tra poco demoliranno questo stadio, toccherà anche a noi vigilare
perché resti la testimonianza di ciò che avvenne". Si può cancellare
un brutto stadio, non la memoria.
Massimo Nerozzi
Fonte: La Stampa
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IL RICORDO
Mariella Scirea all'Heysel
"Gaetano tornò distrutto. Non dormì
per notti intere"
Buffon e Chiellini hanno deposto
fiori nel famigerato settore Z. Stasera al 39' gara sospesa per
un minuto per ricordare le vittime.
INVIATO
A BRUXELLES - Tutta la squadra schierata e una maglia azzurra numero
39, appoggiata su due mazzi di fiori che Buffon e Chiellini avevano
appena depositato sotto la lapide che, alle spalle del famigerato
settore Z, su un muro dello stadio Re Baldovino che per tutti sarà
sempre l'Heysel, ricorda la strage di trent'anni fa. Ritirare quella
maglia, come da petizione promossa dall'Associazione familiari delle
vittime del presidente Andrea Lorentini, "è stato un modo per condividere
questa tragedia che è stata nazionale ed europea e anche far sì
che Figc e Procura federale alzino la guardia su episodi che ancora
offendono la memoria di quei morti". Hanno accompagnato Lorentini
fin sotto la lapide il presidente federale Tavecchio ("Le barriere
da eliminare sono psicologiche, non semplici pareti degli stadi")
e Mariella Scirea ("Finalmente in questo stadio, per la prima volta"),
in rappresentanza della Juventus con Paolo Garimberti, componente
del Cda bianconero. IL CAPITANO - Suo marito Gaetano
quella sera era il capitano della Juventus "e quattro anni dopo,
quando un'altra tragedia gli fece raggiungere quei morti, probabilmente
ancora non si era dato pace. Io ero rimasta a Torino, quella notte
me la raccontò la voce di Pizzul: ricordo Gaetano in piedi su una
specie di trespolo spiegare ai tifosi "State calmi, si giocherà
e giocheremo per voi". Ricordo la sua sensazione di aver vinto una
coppa senza aver gioito davvero, e la espose scendendo dall'aereo
solo per riguardo dei tifosi, ma con il cuore gonfio di dolore.
Forse potevano metterla in bacheca listata a lutto, sì, ma certe
cose o le fai subito o non le fai più, come il ritiro della maglia
di Gaetano. E poi ricordo la sua consapevolezza che quella partita
era stato giusto giocarla, al di là del fatto che furono costretti
a farlo perché altrimenti la tragedia sarebbe stata più grave. E
lo ricordo soprattutto nei giorni successivi alla finale: non dormì
per diverse notti, tormentato dal pensiero di quello che si poteva
fare perché non capitasse e di essere stato all'oscuro di tutto.
In campo sapevano di tafferugli, non dei morti, e tanti tifosi seppero
la verità solo arrivati in aeroporto o addirittura rientrati in
Italia". GARA SOSPESA PER 1' - Oggi i giocatori di Belgio e Italia
entreranno in campo portando uno striscione con la scritta in inglese
"29 5 1985, non dimenticheremo mai" e al 39' la gara sarà sospesa
per un minuto, lo speaker "chiamerà" un applauso di tutto lo stadio
e sugli schermi a bordo campo appariranno i nomi delle 39 vittime
dell'Heysel. A.E.
Fonte:
La Gazzetta dello Sport © 13 novembre
2015
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Una
notte nel ricordo dell’Heysel
di
Gianfranco Giubilo
Nella
folta attività internazionale che terrà impegnato il mondo del calcio
anche in Sudamerica, non sono i motivi tecnici a reclamare l’attenzione
sulle due amichevoli che l’Italia ha in programma in preparazione
alla fase finale del prossimo Europeo in Francia.
Mentre passa
in secondo piano l’allenamento agonistico di martedì con la Romania,
stasera a Bruxelles ci saranno motivi di richiamo. Sul campo la
misura attuale degli Azzurri nella sfida a quel Belgio che è considerato
tra i favoriti per il titolo che verrà assegnato in Francia. Motivi
di curiosità come il confronto tra Nainggolan e Florenzi, colleghi
in giallorosso, ma anche la possibilità di vedere con la maglia
dell’Italia Stefano Okaka di fronte a un tifo abituato ad applaudirlo
con i colori dell’Anderlecht.
Ma sarà,
questa
partita, soprattutto l’ennesima commemorazione di una tragedia sportiva
che nessuno potrà mai dimenticare di quella serata dell’Heysel,
destinata a seminare lutti e vergognosi scarichi di responsabilità,
sono stato purtroppo testimone diretto. E ora mi pesa troppo rivivere
quei momenti terribili. Non è una cerimonia, per quanto sentita,
che possa attenuare l’orrore che ha lasciato segni profondi nell'animo
dei superstiti, il lutto nelle famiglie di vittime innocenti. Mentre,
con i morti allineati fuori dallo stadio, all'interno andava in
scena un simulacro di partita, un rigore fasullo, perfino quell’
allucinante giro di campo tra le mani degli Juventini, un trofeo
che grondava sangue.
Non so se questa sera in tribuna d’onore ci saranno i legittimi
successori di quei burocrati che mai hanno avuto il coraggio di
assumersi le colpe per questo dramma. Temo di avere già affrontato
questo tema, ma è bene andare in soccorso di memorie labili, perché
tutto era nato dall’arroganza di governo e polizia locali, che avevano
sbandierato la loro ferree misure di sicurezza, lasciando alla spalle
della curva riservata agli italiani, il facile accesso agli spalti
per gli Hooligans. Fino a schiacciare gli juventini contro gli sbarramenti
di metallo preda della furia omicida degli inglesi. E alla fine
obbligati a una sorta di suicidio collettivo nel tentativo di cercare
scampo, che non esisteva più. Ormai non c’è più rimedio per le vittime.
Ma qualsiasi tentativo di scusarsi sarebbe insopportabile ipocrisia.
Nota a margine: nei guai la federazione russa di atletica, ma neanche
la Federcalcio scherza. Più tranquilli i russi, difesi da Putin,
noi da Tavecchio. Perché ? Perché loro hanno scelto prima.
Fonte:
Iltempo.it © 13 Novembre
2015
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Video: RAI
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Bruxelles,
Stadio "Roi Baudouin", 12
novembre 2015
"C'è un tempo per morire e
uno per soffrire,
c'è un tempo per combattere e uno per vincere,
questo è il tempo della memoria"
Francesco Caremani
Nazionale,
Tavecchio: "Mai più un altro Heysel"
Il
presidente federale, commosso, ha deposto una corona di fiori nei
pressi della curva Zeta e ha ritirato la maglia azzurra n. 39: "Il
calcio deve restare una gioia". Presente anche Mariella Scirea:
"E' la prima volta che torno qui, quante notti insonni ho vissuto".
BRUXELLES - "Il calcio è gioia, è vita.
Deve rimanere quello. Siamo qui perché la memoria di quella tragedia
rimanga sempre viva". Con le lacrime agli occhi, al termine di una
breve ma toccante cerimonia, Carlo Tavecchio ha ricordato così,
allo stadio "Re Baldovino", le 39 vittime della tragedia dell'Heysel.
Circondato da tutti gli azzurri, assieme a Mariella Scirea, Paolo
Garimberti e ad Andrea Lorentini, figlio di una delle vittime, Tavecchio
ha deposto una corona di fiori a ridosso di quella maledetta curva
Zeta accanto alla targa che ricorda quella data tragica, 29/5/85.
Le commemorazioni proseguiranno anche venerdì sera con diverse iniziative
previste prima e durante la partita.
MARIELLA SCIREA:
QUANTE NOTTI INSONNI... - "Abbiamo ricordato e continueremo
a ricordare una grande tragedia che non si deve più ripetere", sottolinea
Carlo Tavecchio che per l'occasione ha scelto simbolicamente di
ritirare la maglia azzurra numero 39. "E' un monito per tutti quelli
che trasformano lo sport in tragedia. E' stata una iniziativa intelligente,
perché non si deve mai più morire di sport". "L'immagine di mio
marito mentre legge l'appello ai tifosi quella sera - ha aggiunto
Mariella Scirea - è un'immagine che non mi abbandona mai. E' la
prima volta che sono qui, un fatto che ha segnato tutti noi. Ricordo
ancora le notti insonni nelle settimane dopo pensando a quello che
era accaduto".
LORENTINI: NON SI ABBASSI MAI LA GUARDIA
- Anche Lorentini ha sottolineato che nessuno dovrà mai scordare
quello che è successo a suo padre, medaglia al valore civile per
aver tentato di salvare un bambino. "Purtroppo quella stessa cultura
di violenza, certi cori, esiste ancora nei nostri stadi. E' importante
non abbassare la guardia". Questo stadio, erede dell'Heysel, presto
sarà abbattuto. Per ricostruirne un altro poco lontano. Le autorità
belghe hanno assicurato che metteranno una targa per ricordare la
tragedia. "Vigileremo - conclude Garimberti - come italiani, ma
anche al livello diplomatico e federale che ciò accada".
CONTE: UN MOMENTO TOCCANTE - Sulla toccante
cerimonia è intervenuto anche il ct Antonio Conte: "E' stato un
momento toccante, in cui sono tornato indietro. Ero già venuto qui
a deporre i fiori anche prima di un'altra partita contro il Belgio.
E' stato un momento particolare, che tutti abbiamo vissuto con grande
emozione. Se si ripensa a quello che è accaduto, è qualcosa di incredibile
e tragico e ci auguriamo che esempi negativi possano servire perché
non accadano più".
Fonte: Repubblica.it
© 12
novembre 2015
Fotografia:
GETTY
IMAGES (Not for Commercial Use)
©
Video: RAI
©
Corona
di fiori all'Heysel, ritirata maglia azzurra n.39
Per
non dimenticare la tragedia dell’Heysel la Nazionale azzurra ha
compiuto un gesto molto significativo.
La Nazionale italiana al gran completo,
con il presidente della Figc Carlo Tavecchio in testa, ha deposto
una corona di fiori dinanzi a quello che era il settore Z dell'ex
stadio Heysel a Bruxelles, oggi ribattezzato stadio Re Baldovino
e che domani ospiterà la partita amichevole tra Belgio e Italia.
Volti assorti e concentrati, in particolare quello del capitano
della nazionale Gigi Buffon, nel momento in cui c'è stato il toccante
ricordo della tragedia del 29 maggio 1985 durante la finale di Coppa
dei Campioni tra Juventus e Liverpool e in cui morirono 39 tifosi
bianconeri. Alla presenza dell'associazione delle vittime, del presidente
del Museo della Juventus Paolo Garimberti e di Mariella Scirea,
è stata anche simbolicamente ritirata la maglia azzurra numero 39.
"Ricordiamo una grande tragedia che non si deve più ripetere. E'
un monito per tutti quelli che trasformano lo sport in tragedia.
E' stata una iniziativa intelligente, perché non si deve mai più
morire di sport". Così Carlo Tavecchio, presidente della Figc, ai
microfoni di RaiSport dopo la commemorazione delle vittime dell'Heysel
allo stadio Re Baldovino di Bruxelles. Sul ritiro simbolico della
maglia numero 39 è intervenuto anche il ct Antonio Conte: "E' stato
un momento toccante, in cui sono tornato indietro. Ero già venuto
qui a deporre i fiori anche prima di un'altra partita contro il
Belgio. E' stato un momento particolare, che tutti abbiamo vissuto
con grande emozione. Se si ripensa a quello che è accaduto, è qualcosa
di incredibile e tragico e ci auguriamo che esempi negativi possano
servire perché non accadano più".
Fonte:
It.eurosport.com © 12
novembre 2015
Fotografia:
GETTY
IMAGES (Not for Commercial Use)
©
Tragedia Heysel: "Il ritiro della
maglia n°39 sia più di una commemorazione"
di
Dario Pelizzari
Il
gesto in programma per l'amichevole Belgio-Italia visto da Andrea
Lorentini, presidente dell'Associazione familiari delle vittime.
"Siamo molto soddisfatti che la nostra
proposta - resa pubblica proprio da Panorama.it e quindi accolta
dal presidente della Figc Tavecchio ai microfoni di Radio 24 - di
ritirare la maglia n°39 in memoria delle altrettante vittime dell'Heysel,
stia per diventare realtà con la cerimonia prevista proprio nello
stadio della tragedia. Tuttavia, il nostro obiettivo è più ambizioso:
crediamo che il calcio italiano debba trovare la forza per rinnovarsi
al suo interno. Perché della tragedia dell'Heysel si parla ancora
oggi per ragioni che poco o nulla hanno a che vedere con la difesa
della memoria". A dirlo è Andrea Lorentini, presidente dell'Associazione
familiari delle vittime dell'Heysel e figlio di Roberto, un giovane
medico che morì sugli spalti dello stadio belga mentre tentava di
salvare un tifoso italiano.
Venerdì 13 novembre ci sarà anche Andrea a seguire da vicino l'amichevole
tra Belgio e Italia in un impianto completamente rinnovato, anche
nel nome (ieri Heysel, oggi Re Baldovino): una partita per riannodare
i fili con il passato e onorare la memoria di chi c'era e non c'è
più, ma anche e soprattutto per rilanciare una sfida che merita
di essere seguita con grande attenzione da chi vuole il bene del
pallone tricolore.
Qual è il significato che sta dietro
al ritiro della maglia numero 39 ?
"Come è noto il numero 39 non è previsto
in Nazionale, ma il ritiro della maglia è un gesto simbolico che
rappresenta in modo indiretto una risposta a tutti coloro che con
cori e striscioni oltraggiosi e vergognosi riportano ancora oggi
alla memoria i fatti dell'Heysel. Spero che la Figc accolga il nostro
appello. Crediamo sia necessario alzare l'attenzione su questi episodi
deprecabili, affinché il problema venga risolto una volta per tutte
con le sanzioni dure e definitive. Sarebbe un messaggio forte e
doveroso nei confronti di tutte le vittime del calcio".
Come spiegare le ragioni di coloro
che ancora oggi si macchiano di tali episodi ? Follia, ignoranza
o c'è di più ?
"L'ignoranza, prima di tutto.
Sono convinto che nella maggior
parte dei casi i responsabili di
questi gesti sappiano poco o
nulla di quanto è accaduto
all'Heysel. Perché erano troppo
piccoli per ricordare o perché
non hanno sentito l'esigenza di
approfondire l'argomento. E la
colpa di tutto questo è anche di
chi ha pensato che non fosse il
caso di riportare alla memoria
una tragedia per molti versi
scomoda. Dei fatti dell'Heysel
se n'è parlato troppo poco e
male, perché conveniva un po' a
tutti nascondere le
responsabilità sotto il tappeto.
La nostra associazione si sta
battendo anche su questo fronte.
Stiamo organizzando incontri con
le scuole e abbiamo chiesto al
Coni di inserire l'educazione
civica sportiva nel normale
orario di lezione. Crediamo sia
giusto, meglio, necessario
investire sulle nuove
generazioni".
Cosa ha imparato il calcio internazionale dalla tragedia
dell'Heysel ? Pensa che da allora sia stato fatto tutto il possibile
per scongiurare il ripetersi di una tragedia simile ?
"Prima dell'Heysel, l'Uefa non era responsabile
degli eventi che organizzava. Incassava circa l'ottanta per cento
dalla vendita dei biglietti, ma declinava qualsiasi coinvolgimento
sullo svolgimento dello spettacolo, che gravava invece sulle autorità
del luogo dove veniva organizzata la partita. La sentenza dell'Heysel,
che arrivò in Cassazione nel 1991, condannò l'Uefa come corresponsabile
di quanto successo in Belgio e da quel momento, tutto o quasi è
cambiato. Perché da allora si presta molta più attenzione alla scelta
degli impianti che ospitano gare internazionali. Sì, grazie a quella
sentenza, la sicurezza negli stadi è senza dubbio migliorata".
Al minuto 39 di Italia-Belgio il
gioco si fermerà per 60 secondi e sullo schermo dello stadio verranno
mostrati i nomi di tutte le vittime di quel giorno maledetto di
30 anni fa. L'occasione per lasciare le bandiere nel cassetto e
sistemare i conti con la storia.
"Sarà un momento molto
emozionante, che consentirà di portare alla ribalta internazionale
una tragedia che per molto tempo è stata considerata di parte, legata
a filo doppio con la realtà juventina. In realtà, molte di quelle
vittime non tifavano per i bianconeri. La tragedia dell'Heysel va
vista in ambito europeo prima ancora che nazionale".
Fonte: Panorama.it © 12 novembre
2015
Fotografia:
Tuttosport ©
Tavecchio
e la promessa mantenuta: ritirata
la 39 in onore delle vittime
dell'Heysel
di
Giovanni Capuano
A
Bruxelles cerimonia durante Belgio-Italia insieme ai familiari delle
vittime: il gioco si fermerà per 60 secondi al minuto 39.
Carlo
Tavecchio l'aveva promesso leggendo la petizione lanciata la scorsa
primavera dall'Associazione familiari delle vittime dell'Heysel
e ogni promessa è debito. Si era impegnato a portare avanti l'idea
di un gesto simbolico che contribuisse a ricordare i fatti di quella
tragica notte a trent'anni da Juventus-Liverpool, a dare un segnale
di unione e non di divisione e a fare qualcosa che restasse per
sempre. Accadrà venerdì 13 novembre in occasione dell'amichevole
tra Belgio e Italia allo stadio Re Baldovino, ex Heysel, rifatto
interamente ma che sorge proprio nel punto dove il 29 maggio 1985
si consumò una delle più grandi tragedie dello sport europeo.
La Figc, su proposta del suo presidente, ritirerà la maglia numero
39 della nazionale italiana. Un gesto simbolico, non essendo quella
maglia mai utilizzata da nessuno, ma comunque pieno di significati
perché rende omaggio alle vittime dell'Heysel (juventine e non solo)
lanciando il messaggio che mai più sport e il mondo del calcio devono
vivere drammi come quello. Un messaggio di unità nel nome di una
tragedia che in questi trent'anni ha anche diviso e che spesso viene
rievocata in maniera ignobile negli stadi italiani con cori e striscioni
impossibili da accettare.
Quello che accadrà a Bruxelles nei giorni di Belgio-Italia, però,
va oltre la semplice celebrazione di un momento simbolico. Intanto
il presidente dell'Associazione familiari delle vittime, Andrea
Lorentini, viaggerà con la Figc e parteciperà a una cerimonia "italiana"
con deposizione di fiori davanti alla lapide della curva Z e ritiro
ufficiale della maglia numero 39. Ci sarà anche la Juventus rappresentata
da Mariella Scirea e Paolo Garimberti.
Nel corso della partita, poi, è previsto un momento di grande impatto
emozionale al minuto numero 39, quando il gioco si fermerà per 60
secondi e sullo schermo dello stadio scorreranno i nomi delle vittime
della follia dell'Heysel. Senza distinzione di tifo o nazionalità.
Il monito perché la tragedia del 29 maggio 1985 resti nella memoria
come la tragedia di tutti e non solo di una parte. Mai più. Il presidente
Tavecchio lo aveva promesso e ha mantenuto la parola convincendo
anche Uefa e federazione belga della bontà dell'idea. Non era scontato.
Fonte: Panorama.it © 11
novembre 2015
Fotografie: Huffingtonpost.it
© Tuttosport
©
La
Juventus con la Nazionale per ricordare l'Heysel
Nell’anno
del trentesimo anniversario della tragedia dello stadio di Bruxelles,
Paolo Garimberti e Mariella Scirea prenderanno parte alle iniziative
indette dalla FIGC per commemorare le 39 vittime innocenti in occasione
di Belgio-Italia.
Per commemorare il trentesimo anniversario
dell’Heysel, quando 39 innocenti persero la vita nel settore Z di
quello stadio, Paolo Garimberti e Mariella Scirea saranno a Bruxelles
insieme alla FIGC e alla Nazionale italiana, impegnata in amichevole:
lì verrà ritirata la maglia azzurra numero 39 e verranno osservati
diversi momenti di raccoglimento prima e durante il match Belgio-Italia
(in programma nella capitale belga il 13 novembre).
Lo ha annunciato quest’oggi la Federazione Italiana
Giuoco Calcio con un comunicato sul proprio sito, in cui si legge
che prima della partita verrà trasmesso un primo messaggio all’ingresso
in campo delle due formazioni. "Poi, al 39’ del primo tempo, tutto
lo stadio e le squadre saranno coinvolte nel ricordo di quella terribile
sera di 30 anni fa, mentre i nomi delle 39 vittime, tutte insieme,
uno per uno, senza distinzioni di nazionalità o fede calcistica,
saranno ricordati sui maxischermi dello stadio". L’amichevole contro la nazionale belga,
prima nel ranking FIFA, sarà preceduta dal ritiro della maglia azzurra
numero 39, un gesto fortemente simbolico che verrà sancito nel corso
di una cerimonia il giorno antecedente alla partita. Il 12 novembre,
infatti, Paolo Garimberti e Mariella Scirea in rappresentanza della
Juventus, insieme all'Associazione dei familiari delle vittime dell'Heysel
guidata da Andrea Lorentini, si uniranno al presidente federale
Carlo Tavecchio e al dg Michele Uva nel deporre un mazzo di fuori
davanti alla lapide nella curva Z che ricorda la tragedia. Nella
circostanza verrà ritirata la maglia n. 39. Lo stesso numero
degli angeli dell’Heysel, il cui ricordo – come testimonia questo
gesto - vive indelebile nei cuori non solo di tutti i tifosi della
Juventus, ma di quelli di tutt’Italia.
Fonte:
Juventus.com © 10
novembre 2015
(Testo © Fotografia)
Heysel,
l'Italia ritira la maglia 39 in memoria delle vittime
All'arrivo
a Bruxelles, il 12 novembre, per l'amichevole con il Belgio, i
vertici di Figc e della Juventus, insieme con i rappresentanti
dell'Associazione dei familiari delle vittime, deporranno un mazzo
di fuori davanti alla lapide nella curva Z che ricorda la tragedia.
ROMA
- La Figc ritirerà la maglia numero 39 in memoria delle persone
che trent'anni fa morirono allo stadio Heysel. Una decisione
che arriva a pochi giorni dall'amichevole contro il Belgio
a Bruxelles, in programma venerdì alle 20.45 a Bruxelles (arbitrerà
il polacco Marciniak). La sfida sarà l'occasione per ricordare
il trentesimo anniversario della tragedia, quando prima della finale
di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool morirono 39 persone, in
maggioranza tifosi italiani. Il programma deciso dalla Figc prevede
due momenti: all'arrivo a Bruxelles, il 12 novembre, il presidente
federale Carlo Tavecchio e il dg Michele Uva, la società Juventus
rappresentata da Paolo Garimberti e Mariella Scirea insieme all'Associazione
dei familiari delle vittime dell'Heysel guidata da Andrea Lorentini
deporranno un mazzo di fuori davanti alla lapide nella curva Z che
ricorda la tragedia.
E nella circostanza verrà ritirata la maglia azzurra n.39 (una maglia
"virtuale", dal momento che la numerazione arriva fino al 23) come
proposto lo scorso maggio dal presidente federale. Il giorno dopo
verrà letto un messaggio al momento dell'ingresso in campo delle
due squadre, poi al 39' del primo tempo tutto lo stadio e le squadre
saranno coinvolte nel ricordo di quella tragica sera di 30 anni
fa mentre i nomi delle 39 vittime saranno ricordati sui maxischermi
dello stadio.
Fonte:
Corrieredellosport.it © 10
novembre 2015 (Testo © Fotografia)
Nazionale, Italia ritira la
maglia "virtuale" 39, in ricordo delle vittime dell'Heysel
La
cerimonia venerdì a Bruxelles, al minuto 39 dell'amichevole col
Belgio: i giocatori in campo commemoreranno i defunti di 30 anni
fa.
FIRENZE - L'amichevole tra Italia e Belgio,
in programma venerdì alle 20,45 a Bruxelles (arbitrerà il polacco
Marciniak), sarà un importante banco di prova per la nazionale di
Antonio Conte in previsione degli Europei di giugno: stando all'ultimo
aggiornamento del Ranking Fifa la rappresentativa belga è balzata
al primo posto davanti a Germania e Argentina. Ma la gara di venerdì
sarà anche l'occasione per ricordare il 30° anniversario della tragedia
di Heysel, quando prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool
morirono 39 persone, per lo più tifosi italiani.
LA CERIMONIA - Il programma deciso dalla
Figc in accordo con la Federazione prevede due momenti: all'arrivo
a Bruxelles, il 12 novembre, il presidente federale Carlo Tavecchio
e il dg Michele Uva, la società Juventus rappresentata da Paolo
Garimberti e Mariella Scirea insieme all'Associazione dei familiari
delle vittime dell'Heysel guidata da Andrea Lorentini deporranno
un mazzo di fuori davanti alla lapide nella curva Z che ricorda
la tragedia. E nella circostanza verrà ritirata la maglia azzurra
n.39 (una maglia "virtuale", dal momento che la numerazione arriva
fino al 23) come proposto lo scorso maggio dal presidente federale.
Il giorno dopo verrà letto un messaggio al momento dell'ingresso
in campo delle due squadre, poi al 39' del primo tempo tutto lo
stadio e le squadre saranno coinvolte nel ricordo di quella tragica
sera di 30 anni fa mentre i nomi delle 39 vittime saranno ricordati
sui maxischermi dello stadio.
Fonte:
Tuttosport.com © 10
novembre 2015
Fotografia: Calciofere.it
©
Azzurri a Bruxelles 30
anni dopo la tragedia
dell’Heysel: le iniziative della
FIGC
La Nazionale torna a Bruxelles
nel trentesimo anniversario
della tragedia dell’Heysel: era
il 29 maggio dell’85 quando,
prima dell’inizio della finale
di Coppa dei Campioni tra
Juventus e Liverpool, morirono
39 persone, per la maggior parte
tifosi italiani. In accordo con
la Federazione belga, la FIGC ha
stabilito un programma per
commemorare le vittime di quella
tragica serata che si svolgerà
in due momenti distinti, ma
strettamente collegati.
All’arrivo a Bruxelles, giovedì
12 novembre, la Nazionale
italiana, il Presidente della
FIGC Carlo Tavecchio e il
Direttore Generale Michele Uva,
la società Juventus
rappresentata da Paolo
Garimberti e Mariella Scirea,
insieme all’Associazione dei
familiari delle vittime
dell’Heysel guidata da Andrea
Lorentini, deporranno dei fiori
davanti alla lapide nella curva
Z che ricorda la tragedia (ore
18.45 circa). In questa
occasione si procederà al ritiro
della maglia azzurra numero 39,
così come deciso lo scorso
maggio su proposta del
Presidente Federale. Il giorno
dopo, le attività si
concentreranno nel pre-partita e
durante la gara: un primo
messaggio sarà trasmesso al
momento dell’ingresso in campo
poi, al 39’ del primo tempo,
tutto lo stadio e le squadre
saranno coinvolte nel ricordo di
quella terribile sera di 30 anni
fa, mentre i nomi delle 39
vittime, tutti insieme, uno per
uno, senza distinzioni di
nazionalità o fede calcistica,
saranno ricordati sui
maxischermi dello stadio.
Fonte:
Figc.it
© 10
novembre 2015
Fotografia: Vivoazzurro.it ©
Partita doppia
di
Nereo Ferlat
Il prossimo 13 novembre, all’ex stadio
Heysel, ora Re Baldovino non andrà soltanto in scena una partita
amichevole tra le furie rosse Belghe e l’Italia di Conte. Quella
sera, a distanza di trent’anni in cui molti alla moda dello struzzo
hanno nascosto la testa sotto la sabbia, quella sera si giocherà
anche la partita della memoria ! Memoria di chi c’era e non ha dimenticato,
di chi non c’è più e non va dimenticato, memoria per chi non sa
cosa è successo in quella sera da tregenda perché non era ancora
nato e che va educato perché non si ripeta più un simile orrore
! Io ero là e la "signora in nero" mi è passata accanto, io ero
là e le grida di terrore rimbombano ancora in quella curva rifatta
ad hoc perché venissero ovattate dal tempo, io ero là e ho visto
i morti ed i feriti, io ero là ed ho visto la rete per polli e la
fuga precipitosa dei 5 poliziotti che dovevano difenderci dagli
attacchi dei 5000 hooligans, io ero là ed ho deciso di cominciare
a battere il tasto del ricordo dal mio ritorno a casa contro chi
voleva ridurre questo ciclone ad una semplice pioggerella autunnale
! Alzatevi in piedi e onorate queste vittime poi si potrà anche
giocare la partita…
Fonte:
Juwelcome.com © 21
ottobre 2015
Fotografia:
GETTY
IMAGES (Not for Commercial Use)
©
Belgio-Italia,
il 13 novembre a Bruxelles nel ricordo della tragedia
dell’Heysel
Concluso
con successo il capitolo qualificazioni, per la Nazionale arriva
il tempo delle amichevoli. Un incontro di lusso quello in programma
il 13 novembre: allo stadio "Re Baldovino" di Bruxelles gli Azzurri
di Antonio Conte scenderanno in campo (ore 20.45) contro il Belgio,
nel suo momento di massimo splendore. Attualmente terza nel Ranking
FIFA, infatti, la nazionale belga festeggerà il 5 novembre - giorno
in cui sarà resa nota la nuova classifica mondiale - il primo posto,
scavalcando Argentina e Germania, diventando così la squadra numero
uno al mondo. Il ritorno dell’Italia a Bruxelles, in quello che
fu lo stadio Heysel, sarà anche l’occasione per commemorare, nel
trentesimo anniversario, le vittime della finale di Coppa dei Campioni
tra Juventus e Liverpool del 29 maggio 1985. Poco prima dell’inizio
della gara, i disordini sugli spalti provocarono la morte di 39
persone, di cui 32 italiane, oltre a 600 feriti, una tragedia mai
dimenticata. Italia e Belgio si sono già incontrate 20 volte e il
bilancio è a favore dell’Italia con 13 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte.
L’ultima gara risale all’amichevole giocata allo stadio "Artemio
Franchi" di Firenze il 30 maggio 2008 e vinta dagli Azzurri 3-1.
Tre gli incontri disputati dagli Azzurri allo stadio "Re Baldovino":
due nella fase finale del Campionato Europeo 2010, il 14 giugno
contro il Belgio in una partita che l’Italia vinse 2-0 e il 24 giugno
con gli Azzurri ancora vincitori per 2-0 contro la Romania; infine
il 2 giugno 2010 in una amichevole contro il Messico, che si impose
per 2-1.
Fonte:
Vivoazzurro.it © 20
ottobre 2015
Fotografie:
GETTY IMAGES
(Not for Commercial Use)
©
EVENTI ASSOCIAZIONE
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