Giro dell’Heysel
di Domenico
Laudadio
29.05.2017: Partita
la cronometro della mia ultima tappa verso il
podio della dignità e verità nella staffetta
della Memoria.
E’
sempre più difficile per me aggiungere con la
scrittura qualcosa che non si è già detto o
letto sull’Heysel, quindi sarà una impresa anche
questa volta schivare il turbinio del gorgo
della retorica, non tinteggiare pareti
prefabbricate dal sentimentalismo una tantum.
Quasi dieci anni fa mi sono messo in sella su
una bici sgangherata e avevo davanti una
montagna da scalare. Ho forato tante volte per
strada, si sa come sono le strade in montagna,
però, soprattutto al principio, spesso le ruote
me le han bucate di notte faine e roditori. Ma
lo sguardo sfidava ancora la vetta ciò
nonostante. La memoria di certe tragedie datate
è impresa ardua in Italia: un po’ per cattiva
tradizione di chi trascrive la storia, un po’
per il menefreghismo di chi ama cibarsi la mente
di gossip e altre menate. Pensavo di essere un
uomo solo al comando, ma più nella disperazione
che per il vanto, fortunatamente mi sbagliavo.
Oltre alla maglia Rosa Caremani qualche
compagno/a di squadra seguiva a ruota mentre un
folto gruppo si formava alle nostre incrinate
spalle e si arrampicava sui tornanti dando
battaglia nell’inseguimento fino in vetta al
mare di silenzio. Presto mi resi conto che non
era me che volevano superare, ma puntavano
soltanto al comune traguardo. La verità in cima
alla salita ci attendeva con qualche baruffa di
nebbia a intervallare il panorama tra le pietre
infocate e le verdi valli. Nessuna impresa
individuale, dunque, ma l’arrivo in volata di un
gruppone di giusti. Oggi l’Heysel finalmente non
è più l’arrocco inespugnabile della viltà dei
rei impuniti e dell’oblio calato ad arte da chi
celebrò una mezza vittoria, ma una tappa di una
storia ben più limpida, depurata dalle
incrostazioni delle frasi di circostanza, dei
racconti infantili di testimoni divorati dai
sensi di colpa. Oggi l’Heysel è il puzzle
ricomposto faticosamente con parsimonia dai
cacciatori di una verità inconfutabile che
radicalizzandosi in un sentimento di umanità ha
istituzionalizzato la Memoria: Associazione dei
Familiari
delle Vittime, un monumento nazionale e il suo
Comitato a Reggio Emilia, Associazioni, Clubs,
Gruppi Ultras della Tifoseria, una tradizionale
giornata della memoria ufficiale a Bruxelles e
Torino, altre cerimonie solenni, inaugurazioni
di Giardini, Vie, Piazze, tornei sportivi
commemorativi. Possiamo dirlo con estrema
soddisfazione dopo decenni di calvario: "tutto è
compiuto !". Da domani potrò svestire i panni
sudici del gregario ardimentoso in breve fuga
solitaria, appendere quella bici al chiodo e
rientrare nei ranghi a seguire il giro
dell’Heysel benemerito sulla grande ammiraglia
dei Familiari. Non mi resterà che prendermi cura
dei miei 2 siti amatoriali
(saladellamemoriaheysel.it -
associazionefamiliarivittimeheysel.it) chiudendo
l’agonismo con il trofeo più agognato: "la sala
della memoria dell’Heysel". Tutto, infatti,
partì da lì, da una petizione nazionale nel 2008
che la invocava a furor di popolo nel nuovo
stadio della Juventus, cordialmente ignorata da
Cobolli Gigli, Monsieur Blanc e dal mio idolo
Roberto Bettega. In seguito idea riconvertita in
una luminosa stele commemorativa nel J-Museum da
Andrea Agnelli, Presidente Bianconero molto più
sensibile all’argomento. Ora, però, è tempo di
fare da soli… Sono schierato dalla parte
migliore: approvata in febbraio dall’assemblea
dei soci dell’Associazione fra i Familiari delle
Vittime dell’Heysel" la "Sala della Memoria"
sarà il progetto che chiuderà naturalmente la
mia corsa e un ciclo decennale. Si prevede un
piccolo museo nazionale con sede e collocazione
ancora da definirsi nel quale documentare la
verità su questa trentennale pagina di sangue e
terrore dello sport, rivendicando in nome della
eterogeneità delle vittime la sua degna
cittadinanza nella storia nazionale e
dell’Europa, non più l’accantonamento in cronaca
nera nel feudalesimo bianconero, inviso a molti.
Il mio giro intorno all’Heysel si concluderà
esattamente nel punto dove è partito, chiudendo
il cerchio di una sorta di vocazione con questo
speciale tributo per 39 caduti innocenti e con
il ringraziamento alle loro onorevoli famiglie.
Così sia.
Fonte:
Giulemanidallajuve.com
©
29 maggio 2017
Fotografie:
Saladellamemoriaheysel.it ©
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