"La voce del
cronista Bruno Pizzul, è rimasta impressa nelle
orecchie di chi, come me, quella maledetta sera,
era in attesa della finale. E sì, perché sono
passati 32 anni, ma sembra ieri. L'attesa e la
speranza che crescevano di ora in ora, spezzate
da quelle immagini strazianti di corpi ormai
abbandonati al loro destino. 29 maggio 1985,
come non tornare con la memoria a quanto di
peggio lo sport potesse offrire. Laddove la
competizione, il sudore per la maglia, la gioia
di un gol, dovevano prevalere, furono l'orrore,
la tragedia, e la morte, a prendere il
sopravvento. E noi non possiamo, non dobbiamo
dimenticare. Perché pur nella sofferenza,
l'essere vicini ai nostri 39 Angeli, è l'unica
maniera per tenere lontani tutti gli sciacalli,
che ancora oggi, non perdono occasione per
mostrare la loro idiozia. Un pensiero, il mio
pensiero, e un ricordo indelebile per tutti i
nostri cari. Oggi, e per sempre, rispetto per le
vittime dell'Heysel, e per tutte quelle morti
assurde, che non hanno colore e non hanno
squadre". Fabrizio
Landini (Nipote di Giovacchino, Vittima
all’Heysel)
Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 29 maggio 2017
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Fotografia:
Regione.piemonte.it
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