Portomaggiore
si fa luogo di memoria
Un
parco dedicato alle vittime
dell’Heysel
di
Sergio Armanino
Sabato
la cerimonia di intitolazione
alla presenza dello juventino
Pessotto. Badolato: i giovani
devono sapere e imparare.
LA
STORIA - Portomaggiore da sabato
avrà un parco intitolato alla
memoria delle vittime dello
stadio Heysel. A 35 anni di
distanza da quella sera di
follia e morte a Bruxelles, dove
persero la vita 39 persone prima
che si disputasse la finale di
Coppa dei Campioni tra Juventus
e Liverpool, sabato mattina
l’area verde di via Modena
diventerà un luogo per
ricordarle.
IL PERCORSO - "È il
punto d’approdo - spiega
l’assessore allo sport Dario
Bernardi - di una proposta di un
capogruppo di opposizione,
Roberto Badolato, a cui abbiamo
risposto in maniera positiva. Ci
siamo attivati, abbiamo scelto
il luogo, un parco pubblico in
cui ci si ritrova per giocare,
abbiamo contattato la Juventus e
l’Associazione familiari delle
vittime, ricevendo risposta
positiva da entrambe, la
Juventus si è resa disponibile a
portare le proprie insegne.
Rimaneva da fissare la data per
la cerimonia, ed è stata scelta
nel giorno in cui la Juventus
incontrerà la Spal, quindi ci
hanno comunicato che a
rappresentarla verrà Gianluca Pessotto. Non potrà essere
presente, invece, il presidente
dell’Associazione vittime,
Andrea Lorentini, ma manderà un
messaggio che leggeremo e ci ha
autorizzati a usare il loro
logo, inoltre ci hanno detto che
daranno risalto all’iniziativa
sul loro sito internet". In
effetti l’appuntamento è già
presente su quelle pagine
virtuali, mancano solo le foto
della cerimonia che si svolgerà
appunto sabato, con inizio alle
11.
IL PROMOTORE - Ma sentiamo
l’artefice di tutto questo,
appunto Roberto Badolato, che
avanzò questa richiesta già nel
2017: "In effetti è un paio
d’anni che la stavo
sollecitando, finalmente
riusciamo a farla: un’iniziativa
importante sia per il
territorio, sia per le vittime,
sia per lo sport, che doveva
essere festa anche quella sera e
invece... Perché ricordare
proprio le vittime dell’Heysel ?
Da sempre sono tifoso juventino,
ma soprattutto perché nello
sport intolleranza e fatti
delittuosi meritano un momento
di ricordo, perché lo sport
dev’essere aggregazione e festa
e mai lutto. Le tragedie vanno
raccontate ai giovani, anche
questa, perché non si ripetano.
Anche domenica scorsa è stata
picchiata una ragazza arbitro,
bisogna dare segnali".
L’APPUNTAMENTO - E
allora, tutti in via Modena
sabato alle 11, per ascoltare le
parole dell’ex giocatore
bianconero e ora dirigente del
club in cui ha militato per 11
stagioni (243 presenze, ma anche
22 con la maglia azzurra
dell’Italia), che all’epoca di
quei tragici fatti era solo un
ragazzino di 15 anni che si
affacciava al mondo del calcio
(iniziò il proprio percorso
nelle giovanili del Milan due
anni dopo), ma che di certo
visse quelle ore di tragedia e
passione.
Fonte:
Lanuovaferrara.gelocal.it © 20
febbraio 2020
Fotografia:
Saladellamemoriaheysel.it ©
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