Al
Festival di Roma la notte dell'Heysel.
Nasce una serie tv
Le puntate, per
ora destinate a Francia e Belgio e poi sulle
nostre piattaforme, saranno presentate in
chiusura. Tra i protagonisti i familiari delle
vittime aretine. Dal libro di Caremani a quello
del vicedirettore dell’Equipe.
Arezzo, 12 ottobre 2022
- L’incubo dell’Heysel rivivrà sul grande
schermo del Festival di Roma: festival che in
realtà è una festa ma è duro chiamarla con il
suo nome davanti al ricordo di quella notte da
incubo. Una serie: una serie Tv stile
documentario, serrata come solo la vita vera sa
essere. Il racconto a puntate di quelle ore, di
quel 29 maggio del 1985. E Arezzo è una delle
protagoniste, purtroppo, di quelle ore. "Sono
stato intervistato a lungo e con me i parenti di
chi è morto in quello stadio": ce lo racconta
Andrea Lorentini, nostro prezioso collaboratore
e presidente del comitato che da allora
raccoglie le vittime. Lui, il figlio di Roberto,
medico con il foglio di assunzione in tasca da
poche ore: vittima ed eroe di quella notte,
avendo rinunciato al punto sicuro nel quale si
era rifugiato, ai bordi di quella curva Z che
affolla da allora gli incubi dei tifosi
juventini, per salvare un bambino. È il
protagonista quasi assoluto di una delle puntate
di quella serie: si intitolerà "La tragedie du
Heysel" ed è tratta in gran parte dal libro di
Jean Philippe Leclaire, uomo di sport, essendo
il vicedirettore dell’Equipe, la Bibbia degli
appassionati. Ne firma anche la regia insieme a
Jan Verheyen e ad Eddy Pizzardini. Ed è proprio
lui a risponderci da Parigi per confermare la
notizia. "Sì, le prime due puntate della serie
saranno proiettate a Roma". C’è anche la data:
sabato 22 ottobre alle 11.30. Nel gran finale di
un Festival che proprio quel giorno, recuperando
finalmente i premi, designerà i vincitori. È una
serie e quindi fatalmente fuori concorso. Ma di
enorme impatto. Amplificato dalla sala della
proiezione, l’auditorium del Teatro Studio
Borgna, l’angolo più intimo tra le grandi sale
dell’evento romano. Su quella parete non sfilerà
solo il volto di Andrea: ci saranno anche due
suoi cugini, Andrea e Gianni Stazio, presenti in
quella notte. Lorentini no, aveva appena tre
anni e avrebbe scoperto con il tempo cos’era
successo. E ci sarà Giovanni, il fratello di
Giusy Conti, l’altra vittima aretina:
frequentava il Liceo Classico, era partita con
l’entusiasmo dei 17 anni, senza immaginare che
non sarebbe tornata. E c’è la testimonianza di
Francesco Caremani, autore di "Heysel, le verità
di una strage annunciata", lo straordinario
libro scritto su quella storia, denunciandone
anche le infinite contraddizioni. E tra i volti
aretini c’è quello di Paolo Ammirati, uno degli
avvocati del collegio di parte civile che
rappresentava le vittime di quello stadio. In
tutto 52 interviste, compresa la testimonianza
di chi non c’è più, Otello Lorentini, il padre
di Roberto, con lui all’Heysel anche se non
tifava Juve. Quella sera costò la vita a 39
persone. Il film prova a rendere loro l’ultimo
omaggio: l’omaggio della verità.
Fonte:
Lanazione.it
©
12 ottobre 2022
Fotografia: Abitarearoma.it
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