Heysel,
serie tv in sei puntate sulla strage allo
stadio
Troupe ad
Arezzo per due delle 39 vittime
di Luca
Serafini
Una serie tv in sei
puntate sulla strage dell’Heysel. Sì, il
massacro di Bruxelles costato la vita a 39
persone, tra cui Roberto Lorentini e Giuseppina
Conti, il 29 maggio 1985, è al centro di un
progetto televisivo già in fase di
realizzazione. Una produzione franco belga con
sbocco successivo sulle piattaforme tv a
pagamento (si parla di Amazon Prime e Sky) che
dovrebbe essere ultimata tra 2022 e 2023. Nei
giorni scorsi la troupe è stata ad Arezzo per
raccogliere informazioni, documenti e
testimonianze sulle due vittime aretine, il
dottor Lorentini e la giovanissima Giusy che
morirono nello stadio Heysel prima della finale
di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool.
Furono schiacciati dalla calca provocata dagli
attacchi degli hooligans, i facinorosi tifosi
inglesi, in un contesto di violenza e di totale
mancanza di sicurezza. Il progetto è al momento
circondato da riserbo ma da quello che trapela
la linea guida della serie tv sarebbe il libro
scritto dal vice direttore de l’Equipe, Jean
Philippe Leclaire: "Heysel. La tragedia che la
Juventus ha cercato di dimenticare". La partita
tra Juventus e Liverpool si concluse con il giro
di campo trionfale dei bianconeri con la coppa
ma quella sera c’erano stati 39 morti:
aggrediti, calpestati, soffocati nel blocco Z.
Una tragedia enorme scandagliata accuratamente
anche nel libro dell’aretino Francesco Caremani
"La Verità di una strage annunciata".
L’"Associazione fra i familiari delle Vittime
dell’Heysel" che tiene viva la memoria e afferma
il tema del rispetto nello sport, contro la
violenza fisica e verbale, ha come presidente il
giornalista aretino Andrea Lorentini, figlio di
Roberto, il medico di 31 anni che prima di
morire fu visto tornare indietro per soccorrere
un bambino. Un gesto eroico riconosciuto con la
medaglia d’argento alla memoria. Rilanciata nel
2015, l’associazione fu fondata dal nonno di
Andrea, Otello, per seguire la fase giudiziaria
successiva alla strage. Il processo si concluse
con una sentenza che ha fatto giurisprudenza. La
condanna della Uefa, che prima non era
responsabile, ha segnato un cambio di passo
nell’applicazione e nel rispetto degli standard
di sicurezza negli eventi sportivi. Erano
numerosi gli aretini a Bruxelles per seguire la
squadra di Platini e compagni. C’era anche la
giovanissima Giusy Conti, di Rigutino. Era con
il babbo Antonio che venne travolto dalla folla
impazzita e perse la figlia, ritrovata poi tra i
morti. Nella sua macchinetta fotografica c’era
l’ultima foto, con la bandiera bianconera a mo’
di mantello fa il segno della vittoria.
Innamorata del calcio e della Juventus, 17 anni,
prima di partire disse alla mamma,
l’indimenticata signora Marisa: "Torno con la
Coppa". Nonostante lo strazio infinito, a casa
Conti si continua a tifare Juve perché Giusy la
amava. Ora storia e storie dell’Heysel, le
vergogne, i silenzi, le colpe e gli insegnamenti
della strage, diventano serie tv.
Fonte: Corrierediarezzo.corr.it
©
26 aprile 2022
Fotografia:
Toscanafilmcommission.it
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