"LA
TRAGÉDIE DU HEYSEL"
di Francesco
Caremani
"La tragédie du Heysel"
è una produzione franco-belga che andrà in onda
in sei puntate su RTL-TVI, emittente privata in
lingua francese con sede in Belgio e
Lussemburgo, a partire dal 18 ottobre; le prime
due puntate dovrebbero essere presentate in
anteprima al Festival del Cinema Di Roma, 13-23
ottobre. La
serie è tratta dal libro di Jan-Philippe
Leclaire, vice direttore de L'EQUIPE, "Le
Heysel: Une tragédie européenne", probabilmente
il libro più importante sulla strage di
Bruxelles del 29 maggio 1985, nella quale
morirono 39 persone: trentadue italiani, quattro
belgi, due francesi e un nordirlandese;
juventini e no.
Chi mi conosce sa cos’è per me l’Heysel, conosce
il mio libro e la mia ricostruzione della
vicenda tramite gli occhi e la lucidità di
Otello Lorentini, in quanto testimone oculare,
il quale perse l’unico figlio Roberto - medaglia
d’argento al valor civile, per essere morto
tentando di salvare un connazionale - sugli
spalti della curva Z e che costituì
l’Associazione dei familiari, facendo condannare
l’Uefa - con una storica sentenza - oltre che
alcuni hooligan e un poliziotto responsabile
della sicurezza.
Chi ha letto il mio libro sa quello che c’è da
sapere, per chi vuole affrontare la realtà dei
fatti e non raccontarsi frottole.
Cosa ne penso della serie televisiva ? A mio
modo di vedere c’è tutto, dalla strage al
processo - nello specifico una ricostruzione
minuziosa - grazie anche alla presenza
dell’avvocato Daniel Vedovatto.
Sono state fatte 52 interviste e ci sono
immagini, per me, inedite. Ovviamente non si può
impedire agli "altri" di parlare e di dire la
loro, mentre cercano di nascondersi dietro un
dito - in particolare gli hooligan inglesi
(ladri oltreché assassini, fateci pace…) e i
poliziotti che cercano di mondare le proprie
colpe con qualche bugia e alcune inesattezze -
però colpe e responsabilità vengono fuori in
maniera netta e inequivocabile, grazie al lavoro
di Jean-Philippe Leclaire e al montaggio della
produzione.
Io penso che questo lavoro sia molto importante
e per certi aspetti definitivo, una pietra
miliare nella memoria dell’Heysel, una memoria
che in Italia, a parte il mio libro e la rinata
Associazione dei familiari - grazie ad Andrea
Lorentini - non c’è stata mai occasione di fare
in maniera così approfondita.
Non sarà facile per alcuno e alcuna guardarla, è
stata oggettivamente dura vederla in anteprima.
Cosa altrettanto importante, l’Associazione dei
familiari ha un ruolo centrale e viene fuori
tutto nella sesta e ultima puntata, grazie al
lavoro, in questi anni, di Andrea Lorentini.
Dobbiamo essere fieri di lui e di coloro che
hanno aderito, perché mai come prima, dai tempi
della sentenza che condannò l’Uefa e di Otello
Lorentini, è stata così forte la presenza dei
familiari nel racconto dell’Heysel; fateci caso,
spesso chi parla di Heysel, a vanvera, non parla
mai dei morti e dei familiari.
Certo, ci sono affermazioni che faranno stare
male e altre che faranno arrabbiare, ma dovete
guardare la serie nel suo complesso: è fatta
giornalisticamente molto bene, davvero molto
bene.
Palomar dovrebbe distribuirla anche in Italia,
ma ancora non ci sono certezze. Credo che
sarebbe clamoroso se alcuna, tra emittenti e
piattaforme, decidesse di non mandarla in onda.
Se ci riusciranno sarà un evento storico,
altrimenti niente di nuovo rispetto a ciò che ho
sperimentato di persona, umanamente e
professionalmente, in vent’anni di memoria.
A me, alla fine, è toccata la parte del cattivo,
mi ci vorrà la scorta dopo che sarà andata in
onda - in Toscana, in Italia e in Inghilterra -
ma va bene così.
Onorato di avere scelto sempre una parte, quella
dei familiari delle vittime dell’Heysel e dei
loro cari.
"La memoria è la custodia del fuoco, non
l’adorazione della cenere", cit.
(NdR:
Gustav Mahler)
Fonte:
Associazionefamiliarivittimeheysel.it
© 10 ottobre 2022 (Testo ©
Fotografia)
Video:
Mariella Dei (Zenith Magazine)
©
Teletruria.it
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