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ARTICOLO 10-10-2022
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10.10.2022
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"LA TRAGÉDIE DU HEYSEL"

di Francesco Caremani

"La tragédie du Heysel" è una produzione franco-belga che andrà in onda in sei puntate su RTL-TVI, emittente privata in lingua francese con sede in Belgio e Lussemburgo, a partire dal 18 ottobre; le prime due puntate dovrebbero essere presentate in anteprima al Festival del Cinema Di Roma, 13-23 ottobre. La serie è tratta dal libro di Jan-Philippe Leclaire, vice direttore de L'EQUIPE, "Le Heysel: Une tragédie européenne", probabilmente il libro più importante sulla strage di Bruxelles del 29 maggio 1985, nella quale morirono 39 persone: trentadue italiani, quattro belgi, due francesi e un nordirlandese; juventini e no. Chi mi conosce sa cos’è per me l’Heysel, conosce il mio libro e la mia ricostruzione della vicenda tramite gli occhi e la lucidità di Otello Lorentini, in quanto testimone oculare, il quale perse l’unico figlio Roberto - medaglia d’argento al valor civile, per essere morto tentando di salvare un connazionale - sugli spalti della curva Z e che costituì l’Associazione dei familiari, facendo condannare l’Uefa - con una storica sentenza - oltre che alcuni hooligan e un poliziotto responsabile della sicurezza. Chi ha letto il mio libro sa quello che c’è da sapere, per chi vuole affrontare la realtà dei fatti e non raccontarsi frottole. Cosa ne penso della serie televisiva ? A mio modo di vedere c’è tutto, dalla strage al processo - nello specifico una ricostruzione minuziosa - grazie anche alla presenza dell’avvocato Daniel Vedovatto. Sono state fatte 52 interviste e ci sono immagini, per me, inedite. Ovviamente non si può impedire agli "altri" di parlare e di dire la loro, mentre cercano di nascondersi dietro un dito - in particolare gli hooligan inglesi (ladri oltreché assassini, fateci pace…) e i poliziotti che cercano di mondare le proprie colpe con qualche bugia e alcune inesattezze - però colpe e responsabilità vengono fuori in maniera netta e inequivocabile, grazie al lavoro di Jean-Philippe Leclaire e al montaggio della produzione. Io penso che questo lavoro sia molto importante e per certi aspetti definitivo, una pietra miliare nella memoria dell’Heysel, una memoria che in Italia, a parte il mio libro e la rinata Associazione dei familiari - grazie ad Andrea Lorentini - non c’è stata mai occasione di fare in maniera così approfondita. Non sarà facile per alcuno e alcuna guardarla, è stata oggettivamente dura vederla in anteprima. Cosa altrettanto importante, l’Associazione dei familiari ha un ruolo centrale e viene fuori tutto nella sesta e ultima puntata, grazie al lavoro, in questi anni, di Andrea Lorentini. Dobbiamo essere fieri di lui e di coloro che hanno aderito, perché mai come prima, dai tempi della sentenza che condannò l’Uefa e di Otello Lorentini, è stata così forte la presenza dei familiari nel racconto dell’Heysel; fateci caso, spesso chi parla di Heysel, a vanvera, non parla mai dei morti e dei familiari. Certo, ci sono affermazioni che faranno stare male e altre che faranno arrabbiare, ma dovete guardare la serie nel suo complesso: è fatta giornalisticamente molto bene, davvero molto bene. Palomar dovrebbe distribuirla anche in Italia, ma ancora non ci sono certezze. Credo che sarebbe clamoroso se alcuna, tra emittenti e piattaforme, decidesse di non mandarla in onda. Se ci riusciranno sarà un evento storico, altrimenti niente di nuovo rispetto a ciò che ho sperimentato di persona, umanamente e professionalmente, in vent’anni di memoria. A me, alla fine, è toccata la parte del cattivo, mi ci vorrà la scorta dopo che sarà andata in onda - in Toscana, in Italia e in Inghilterra - ma va bene così. Onorato di avere scelto sempre una parte, quella dei familiari delle vittime dell’Heysel e dei loro cari. "La memoria è la custodia del fuoco, non l’adorazione della cenere", cit. (NdR: Gustav Mahler) Fonte: Associazionefamiliarivittimeheysel.it © 10 ottobre 2022 (Testo © Fotografia)  Video: Mariella Dei (Zenith Magazine) © Teletruria.it

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