Giustizia per l’Heysel: il Consiglio di
Stato conferma la condanna
Un avvocato fiorentino, tifoso
della Fiorentina, ha impugnato
un DASPO di due anni ricevuto
per aver indossato la maglia del
Liverpool e gesticolato
animatamente sotto il settore
ospiti dello stadio Artemio
Franchi dopo la partita
Fiorentina-Juventus del 3
settembre 2022. Un atto che,
secondo il TAR Toscana, era
"particolarmente odioso e
provocatorio" nei confronti
della tifoseria juventina,
richiamando alla mente la
tragedia dell’Heysel del 1985.
Il comportamento del tifoso
viola, definito "quanto meno
inavveduto" dal TAR, non solo
era oltraggioso verso le vittime
della strage e i loro familiari,
ma rappresentava un’istigazione
alla violenza. Le sue
provocazioni, associate ai
colori del Liverpool, squadra
rivale della Juventus coinvolta
negli *scontri del 1985, poteva
oltretutto scatenare una
reazione furiosa tra i tifosi
bianconeri, con gravi rischi per
la sicurezza pubblica.
Fortunatamente il Consiglio di
Stato ha respinto la richiesta
di sospensiva del DASPO
presentata dall’avvocato,
decisione che di fatto conferma
la sentenza del TAR Toscana, e
che rappresenta quindi un passo
avanti importante nella lotta
contro l’odio e la violenza
negli stadi. La speranza ora è
che il Consiglio di Stato,
chiamato a pronunciarsi sul
ricorso dell’avvocato entro 45
giorni dalla data dell’8
Febbraio, confermi in toto la
sentenza del TAR. Sarebbe un
ulteriore segnale
importantissimo per chi si batte
da quasi 40 anni chiedendo
semplicemente il rispetto per la
memoria di chi ha perso la vita
in una tragedia che non deve mai
essere dimenticata. Inutile
sottolineare come in una società
civile sembri addirittura
assurdo dover arrivare a questo,
ma quello a cui abbiamo
assistito in questi decenni è
sotto gli occhi del mondo
intero. Quello che lascia
sbigottiti è che un
professionista della legge, si
suppone dunque un uomo anche di
cultura, arrivi a ricorrere a
più gradi di giudizio nella
pretesa di difendere un proprio
presunto diritto ad offendere la
memoria delle vittime di una
tragedia, e di odiare chi non
tifa la sua squadra. La sua
pretesa di "diritto all’odio" è
un insulto alla memoria e
un’offesa ai principi di civiltà
e di rispetto che dovrebbero
essere alla base di ogni società
democratica. La decisione del
TAR Toscana è un segnale
positivo che la giustizia sta
finalmente muovendosi nella
giusta direzione. Le istituzioni
hanno il dovere di condannare
fermamente questo tipo di
comportamento e di punire
severamente i responsabili. Non
possiamo permettere che l’odio e
la violenza diventino la norma
nel calcio o in qualsiasi altro
ambito della nostra vita.
Dobbiamo ribellarci a questa
cultura di intolleranza e
discriminazione. Dobbiamo
difendere i valori del rispetto,
della memoria e della convivenza
civile. Solo così potremo
costruire un futuro migliore per
lo sport che amiamo e per la
nostra società.
Fonte: Fondazionejb.com © 29
febbraio 2024
Fotografia: Labaroviola.com ©
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