Francesco
Graziani in Valdarno come testimonial del
progetto
"Io ti
rispetto": per la comunicazione dei valori
educativi dello sport
di Martina
Giardi
Francesco
Graziani a San Giovanni Valdarno per il primo
appuntamento del progetto "Io ti rispetto":
l’iniziativa per la diffusione e la
comunicazione dei valori educativi dello sport,
nata dall’Associazione familiari vittime
dell’Heysel, che prevede due incontri che si
svolgono nelle scuole superiori del Valdarno, in
collaborazione con il Panathlon Club Valdarno
Superiore e con il patrocinio di Provincia di
Arezzo e Comitato regionale toscano Coni.
Si è svolto questa
mattina presso il Centro di GeoTecnologie, il
primo appuntamento dell’iniziativa "Io ti
rispetto" che ha l’obiettivo, attraverso il
diretto coinvolgimento delle Istituzioni
scolastiche di valorizzare la prevenzione ed il
contrasto al bullismo, l’adozione di corretti
stili di vita, il riconoscimento dei valori del
fairplay, l’acquisizione di comportamenti basati
sul rispetto delle persone e delle regole, il
contrasto al tifo violento, al doping ed al
disagio giovanile; l’inclusione attraverso lo
sport ed infine la sicurezza nella pratica
sportiva. Il primo testimonial è stato il
popolare Francesco Graziani, campione del mondo
in Spagna nell’82, allenatore del Montevarchi
nel 2003/04 ed oggi popolare commentatore
televisivo.
Francesco Graziani:
"Parlare con i giovani è sempre molto bello e
gratificante, anche perché loro sono il futuro;
quindi aiutarli attraverso l’esperienza
accumulata negli anni e una testimonianza reale,
può essere importante per loro. Io mi fido tanto
dei giovani, solo che spesso c’è tanta
superficialità ed è per questo che alcune frange
diventano un problema. Oggi parliamo anche di
bullismo e dobbiamo essere bravi tutti per far
capire quanto sia negativo questo tipo di
comportamento e quanto sia negativo il fatto che
non ci sia rispetto". L’invito di Graziani ai
giovani è quello di: "Prendere coscienza di sé
stessi dicendosi di voler essere un esempio di
rispetto e legalità e se c’è l’occasione, di
lottare insieme ad altri in questa direzione,
come una squadra di calcio, per migliorare
qualcosa; per migliorare il mondo".
Andrea Lorentini
dell’Associazione familiari vittime dell’Heysel
spiega come partendo dalla memoria della strage
di Heysel che ha riguardato da vicino la
comunità aretina, si possa far riflettere i
giovani su come l’annientamento dei veri valori
dello sport, a cominciare dal rispetto
dell’altro, possa portare a conseguenze
drammatiche: "Un progetto come questo va nella
direzione di educare i ragazzi ai valori dello
sport. Lo facciamo attraverso la memoria e
facendoli riflettere sul modo in cui lo sport va
vissuto, attraverso il racconto di alcuni
testimonial dello sport che hanno vissuto delle
parabole ad altissimi livelli. Il prossimo
incontro sarà con Lara Mori a Montevarchi".
Alberto Melis, delegato
provinciale Coni: "Questo progetto a cui il Coni
tiene molto, è importante nel percorso educativo
nel percorso formativo dei nostri ragazzi. Siamo
in un ambiente dedicato allo sport in cui c’è un
percorso pedagogico da parte della scuola; poi
c’è un percorso che questi ragazzi fanno nelle
proprie società sportive e dunque riteniamo che
sia importante fermarsi a riflettere su quelli
che sono i valori dello sport. Probabilmente i
nostri ragazzi non si rendono conto fino in
fondo dell’importanza che questi valori hanno
nella loro crescita ed è giusto aiutarli a
prendere consapevolezza".
Fonte:
Valdarnopost.it © 21 aprile 2022
Fotografie: Calcio.com © Valdarnopost.it
©
Associazionefamiliarivittimeheysel.it
©
|