Bruxelles, un anno dopo
di Licia
Granello
Otello Lorentini è il
padre di una delle vittime di Bruxelles. Il
figlio, Roberto, medico trentenne, morì travolto
mentre tentava di rianimare Andrea Casula, il
bimbo di 11 anni perito insieme al padre. A
Lorentini si deve la creazione dell'associazione
"Familiari delle vittime di Bruxelles", che da
un anno si batte perché vengano perseguiti e
puniti i responsabili del massacro. "Abbiamo
lavorato duramente per poter attivare il
procedimento penale, contattando tutti per
corrispondenza. All'associazione hanno aderito
21 famiglie. Quattro hanno dato la loro adesione
morale: è gente anziana, non ha più voglia di
lottare. Gli altri hanno detto, no grazie.
Andare avanti non è facile: ci sono notai che
hanno chiesto 200.000 lire per autenticare la
firma del mandato. E ci sono sindaci che a
distanza di otto mesi hanno chiesto i soldi del
funerale... Abbiamo trovato degli avvocati
comprensivi, il loro patrocinio non ci costerà
tantissimo. E abbiamo trovato un referente
belga, fondamentale per il proseguimento del
lavoro a Bruxelles. Il 12 giugno faremo un
convegno a Roma sulla violenza. Il ministero
degli Interni ci ha messo a disposizione Palazzo
Barberini, i soldati ci hanno assicurato la
messa a punto della sala e la stampa dei
manifesti". Quante adesioni avete ricevuto
finora ? "Nessuna. Ci ha contattato solo la
polizia, credo per motivi legati all'ordine
pubblico. Mi ha telefonato Lattarugo, capo
gabinetto del ministro degli Interni. Ah, si è
fatto vivo anche Sordillo, dicendo che non può
venire perché sarà in Messico, sa, i mondiali...
Ha detto di non preoccuparci perché i soldi
stanziati dalla Federcalcio arriveranno. Certo,
adesso, con i mondiali... Abbiamo chiesto il
patrocinio al Presidente della Repubblica, non
ha risposto. Abbiamo chiesto l'intervento di
Biagi, ci ha fatto scrivere dalla redazione di
"Spot" che era impegnato altrove. Della Juventus
non ci sono tracce, dopo il telegramma e la
Corona inviataci per i funerali di Roberto. Aldo
Ratti, direttore della "Fondazione Edoardo
Agnelli" ha declinato cortesemente, forse si
vergognava. O forse qualcuno gli ha suggerito di
lasciar perdere". Avete avuto altre notizie dal
Belgio ? "L'unica notizia è l'editto-farsa di
Baldovino. I famosi sei miliardi sventolati a
suo tempo non sono mai arrivati. Siamo venuti a
sapere che per vittime si intendono coloro che
stavano allo stadio dalle 19.15 in poi. E noi
che stavamo dentro dalle tre, in che categoria
stiamo ? Dicono che ci rimborseranno le spese
sostenute negli ospedali belgi, e il trasporto
delle salme fino alla partenza dal suolo belga.
Il tutto con le fatture originali allegate alla
richiesta... Hanno dimesso feriti che in Italia
sono stati poi ingessati per mesi, hanno stilato
certificati di "morte accidentale" per non dover
rendere conto al mondo della loro inettitudine.
E così, malgrado l'indagine della magistratura
italiana sia già chiusa, non si sa quando il
processo potrà essere celebrato. So che per
l'anniversario sono in programma manifestazioni
solo da parte italiana, a Bruxelles. Del resto
tutte le autorità sono rimaste al loro posto,
perché stupirsi ? La nostra è un'associazione
fondata sul dolore: vogliamo andare avanti. Ci
hanno detto che la causa costerà 100 milioni,
non importa. Dalle mie parti si dice aver le
spalle tonde, per far scivolare via le
responsabilità. Con noi non attacca. Boniperti
era tanto preoccupato per il suo stadio chiuso.
A me m'han chiuso l'unico figlio in un loculo.
Non s' illudano che ceda".
Fonte: La Repubblica
©
29 maggio
1986
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